Insultare Beatrice Venezi sembra essere diventato lo sport nazionale per i cosiddetti “leoni da tastiera” che, trovandosela davanti, arrossirebbero tanto per la sua bellezza quanto per la vergogna di certe frasi becere e ingiuriose

Bionda, Bella, Donna, Elegante, Giovane e di Destra, sono queste le sei virtù che si racchiudono in un nome e cognome: Beatrice Venezi. Il Direttore d’Orchestra (al maschile come vuole essere chiamata in ambito professionale e che le ha attirato tutti gli strali) che tanto lustro ha dato e dà alla Musica ovunque si trovi nel mondo è diventata un vero e proprio bersaglio da parte di una certa area ideologica che, a parole, vorrebbe la difesa continua e costante della Donna ma poi, nei fatti, colpisce quegli esseri umani di genere femminile con un credo politico diametralmente opposto all’area stessa.

Pur amando quell’Arte chiamata Musica, non entreremo nei dettagli tecnici per dare un giudizio su come il Maestro Venezi diriga l’Orchestra; lasceremo questo compito agli addetti ai lavori (musicisti, musicologi e altre figure di spessore del Pentagramma). L’aspetto su cui ci soffermeremo nelle righe successive è la facilità con cui si possa sparlare, arrivando ad insulti e minacce, di una professionista ma soprattutto di una Donna.

Fonte: MilleUnaDONNA

Beatrice Venezi o, meglio, insultare Beatrice Venezi sembra essere diventato lo sport nazionale per i cosiddetti “leoni da tastiera” che poi, trovandosela davanti, arrossirebbero non solo per la sua bellezza ma per la vergogna di certe frasi becere e ingiuriose. Recentemente il Direttore ha condotto la trasmissione intitolata “Viva Puccini!”, in cui è stato raccontato uno dei massimi esponenti della Musica lirica fra ‘800 e ‘900 e subito si sono scatenati gli attacchi più assurdi: “Uno spettacolo sempre più modesto, tra scuotimenti di chiome e di anche. Quanto poi alla pretesa di essere chiamata “maestro”, si evidenzia la totale mancanza di conoscenza della lingua italiana, come nel caso della sua amica Giorgia!”, “Pubblicità per lo shampoo”, “Arte totalmente assente”, “Leccaf… della canara albanese”, “Se resti in Argentina per sempre ci fai piacere”. Ancora, “L’assalto è stato ben lanciato e riuscito: il mediocre ha preso il sopravvento. L’abilità principale di un mediocre? Riconoscere un altro mediocre”.

Fermo restando che, quando ci si espone al giudizio del pubblico, il fatto di ricevere critiche va sempre messo in conto, c’è da dire che tra critica ed insulto passa una bella differenza. Nel primo caso, si parla di una opinione negativa che però, se accompagnata da motivazioni e suggerimenti, può apparire utile (e intelligente) per una crescita professionale; nel secondo caso, l’insulto è soltanto la dimostrazione di quanta mediocrità e malvagità ci sia da parte di chi lo scrive e/o pronuncia.

Ma nonostante Beatrice Venezi appaia come un ‘punching ball’ su cui riversare, evidentemente, le proprie frustrazioni, il suo essere Donna (con la D maiuscola) si è fatto sentire ancora una volta. Vero è che questi oltraggi gratuiti appaiono lontani anni luce dagli aspetti tecnici che, legittimamente, possono (e devono) essere espressi da persone competenti in materia.

E tra le “virtù” elencate, vi è forse quella più fastidiosa (almeno ad una certa area politica): l’essersi sempre dichiarata di Destra. Intendiamoci, definire una virtù il proprio credo politico è chiaramente una forzatura perché non c’è nulla di virtuoso nel seguire una ideologia, di qualsivoglia colore. Si tratta di una “provocazione” volta a mettere in luce un aspetto scomodo e vero al tempo stesso: se Beatrice Venezi si fosse dichiarata di idee vicine al mondo della Sinistra e avesse ricevuto i medesimi insulti, cosa sarebbe successo? Beh, sicuramente tra interrogazioni parlamentari, cortei di piazza, raduni di femministe, programmi incentrati sulla immagine della Musicista e la totale solidarietà degli esponenti del mondo dello Spettacolo, avremmo avuto materiale a iosa da qui fino alla fine dell’anno giubilare! E invece, tutti coloro che avrebbero potuto scendere in difesa di una Donna e magari anche collega, hanno preferito il silenzio, rendendosi complici (morali) di coloro che pensano di poter insultare e minacciare chi ha idee differenti dal ‘politicamente corretto’.     

Fonte: AgCult

Ricordiamo, ad esempio, gli attacchi passati da parte dei musicisti palermitani: “è solo un fenomeno mediatico”; le grida di certi spettatori durante il Concerto di Capodanno a Nizza: “Via i fascisti dall’opera”. Ad onor del vero, proprio in quell’occasione, oltre all’appoggio del Governo, vi fu un artista di sinistra che ebbe la forza di uscire ‘fuori dal coro’ schierandosi in favore del Direttore, Alessandro Gassmann.

In ogni caso, gli ascolti registrati sono stati un vero successo, se si considera la tematica (la Lirica) e la rete (Rai3) in cui la trasmissione è andata in onda: 750.000 spettatori (ovvero il 5,02% di share).

Fonte: OperaClick

Fonte: Corriere della Sera

Un plauso, dunque, a questo Direttore Donna che, nonostante tutte le avversità, continua a credere in quella meravigliosa Arte che è la Musica e che mette in pratica il celebre verso dantesco, divenuto anche un modo di dire, del “non ti curar di loro, ma guarda e passa”.

Stefano Boeris

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *