Codici a barre, QR code, chatbot potranno essere le nuove mani, i nuovi occhi, le nuove bocche che processeranno, informeranno, distribuiranno prodotti e servizi
Lo sviluppo delle tecnologie ha da sempre avuto un elevatissimo impatto nelle economie di tutto il mondo e ne hanno spesso contraddistinto delle vere e proprie fasi storiche, nonché sociali.
Basti pensare all’impatto che ebbe il personal computer sulle macchine da scrivere. Ricordiamo l’enorme impero di Block-Buster, la catena di noleggio film, nata, cresciuta e crollata in pochissimo tempo, schiacciata dal peso delle piattaforme streaming e di distribuzione digitale. O ancora le macchinette self-service in grado di erogare bevande, cibi, prodotti, incassare, dare e cambiare denaro.
Il grado di tecnologia, sempre più avanzato, ha spinto le imprese a sostituire, lì dove possibile, l’uomo con la macchina. Dal rapporto del McKinsey group si evince che circa il 49% delle professioni attualmente svolte dagli esseri umani, saranno gradualmente sostituite da macchine, l’automazione andrà ad interessare sempre di più tutti quei settori che sembravano esenti.
Cassiere di supermercati, agente di viaggio, agente finanziario, ma anche meccanico e sportellista, sono solo alcuni dei lavori che gradualmente saranno rimpiazzati da algoritmi e macchine.
In Italia, stando sempre al rapporto, circa 11 milioni di persone nei prossimi 10 anni potrebbero cedere il posto ad una macchina. Dalla ricettività, all’automotive, passando alla manifattura. Codici a barre, QR code, chatbot potranno essere le nuove mani, i nuovi occhi, le nuove bocche che processeranno, informeranno, distribuiranno prodotti e servizi. Un processo lento ma ineluttabile, che porterà ad avere necessariamente nuove figure professionali nel settore dello sviluppo, della gestione e della programmazione di tali tecnologie, e che spingerà il lavoro tradizionale ad essere sempre più specifico, settoriale, ed elevare standard in termini di formazione, competenze e adattabilità.
Il Paese le sue PMI, i lavoratori, hanno bisogno più che mai di una guida verso un nuovo ventennio che, nato dalle ceneri di una pandemia, rischia di crollare sotto il peso di una sfida che appare spaventosa, ma inevitabile.
Alberto Siculella