A che punto siamo con lo sviluppo delle automobili a propulsione elettrica?
L’Europa è il più grande mercato di auto elettriche al mondo con quasi 1,4 milioni di veicoli immatricolati nel 2020 (+137% rispetto al 2019), peraltro in continua crescita considerando che è passato da 3 a 7 il numero di paesi europei con un market share elettrico «a doppia cifra». Allo stesso tempo, tuttavia, esiste una rilevante disomogeneità all’interno dei diversi paesi sia per quanto riguarda l’infrastruttura di ricarica sia per la diffusione dei veicoli stessi.
Circoscrivendo il campo di analisi al contesto italiano, il 2021 ha visto un aumento nelle immatricolazioni del 128% rispetto al 2020 (136 mila) con una quota di mercato del 9%, eppure la strada da percorrere verso l’elettrificazione della mobilità è ancora lunga e tortuosa. Consapevole della complessità del processo di conversione, il governo ha stanziato, all’interno del PNRR italiano, circa 750 milioni di euro, di cui 500 per creare un mix di infrastruttura di ricarica adeguato: basteranno?
Per rispondere a un simile interrogativo, occorre indagare più nel dettaglio la questione, sia a livello di veicoli che di processo di ricarica.
Ad oggi, il termine “veicolo elettrico”, raccoglie, al suo interno, differenti tecnologie che, talvolta, in maniera semplicistica vengono appiattite. Al contrario, si possono riconoscere almeno tre categorie principali: full-electric, dunque auto puramente alimentate da batterie; ibride plug-in, le quali abbinano un motore a combustione con una batteria elettrica ricaricabile attraverso la presa; ibride “classiche” dove persiste la dualità di motorizzazione; tuttavia, le batterie si ricaricano autonomamente durante il moto attraverso l’energia recuperata (quindi non ricaricabili alle colonnine).
Naturalmente, ciò si ripercuote nelle modalità di utilizzo, così come dell’impatto ambientale, con una carbon footprint crescente se si guarda il suddetto ordine di presentazione. Appare evidente, del resto, come l’obiettivo prefissato all’interno della oramai onnipresente transizione energetica sia quello di un graduale passaggio verso l’elettrificazione degli spostamenti, con l’acquisizione, pertanto, di quote di mercato sempre maggiore da parte dei veicoli elettrici.
Quali sono, dunque, i principali ostacoli all’implementazione di questo progetto? Anzitutto, secondo il report sulla mobilità elettrica di Motus-e, uno dei principali stakeholder del settore, l’ingente costo iniziale del veicolo incide per il 70% del campione come motivo principale di mancato acquisto, seguito dalla limitata autonomia che genera la cosiddetta “range anxiety”, in altri termini la paura di rimanere a piedi senza possibilità di ricaricare. Un punto, quest’ultimo, che si ricollega all’ultimo aspetto riconosciuto universalmente come uno dei problemi fondamentali, ossia la rete di ricarica, ancora lacunosa per un intervistato su cinque.
Indubbiamente, è innegabile come un ruolo cruciale verrà svolto dal progresso tecnologico, tanto nella capacità delle batterie, quanto nella velocità di ricarica, allo stesso modo, d’altro canto, sarà necessario accompagnare questo processo con efficienza nella realizzazione infrastrutturale, gestione del costruito e adeguato appalto ai concessionari.
Alberto Fioretti