Forniture di gas in aumento dall’Algeria a partire dal 2024; si lavora anche su fonti rinnovabili
Oltre ad aver alterato gli equilibri geopolitici nel continente, il conflitto russo-ucraino rischia di far crollare le economie di molti paesi europei. A destare enorme preoccupazione è soprattutto il tema energetico. In questo settore, infatti, si sono già manifestati i primi sintomi del prolungamento del conflitto, e tra tutti l’ingente aumento del costo del carburante di cui abbiamo parlato tra le pagine di questo giornale. A questo si accompagna inevitabilmente un aumento generale del costo della vita: dagli alimenti sui banconi dei supermercati alle bollette di luce e gas, il prezzo che paghiamo per la dipendenza energetica dalla Russia si sta già facendo sentire. Per quantificarla brevemente, basti pensare che proprio da essa proviene il 46% circa del gas utilizzato annualmente in Italia.
Da qui, scaturisce la necessità per il governo Draghi di “ridurre la dipendenza dal gas russo”, così come affermato proprio dal suo leader. La prima importante risposta a tale obiettivo strategico è rappresentata dall’accordo tra Italia e Algeria sull’aumento delle forniture di gas. Questo è stato concluso ad Algeri dopo l’incontro tra il premier italiano Mario Draghi e quello algerino Abdelmadjid Tebounne, ed è stato firmato in seguito dall’amministratore delegato dell’ENI, Claudio Descalzi, e dal presidente della società Sonatrach, Toufik Hakkar.
L’intesa prevede un aumento di forniture che ammonta a circa 9 miliardi aggiuntivi all’anno a partire dal 2024, andando così a consolidare ancor di più il ruolo dell’Algeria come secondo esportatore di gas nella nostra penisola. L’intenzione iniziale del governo era quella di fissare la data di inizio già nel 2023, ma alla fine si è trovato l’accordo per l’anno successivo. Nonostante ciò, un considerevole aumento delle forniture partirà già da quest’anno: i tre miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi nel 2022 diventeranno 6 nel 2023 ed infine 9 dal 2024. Questi saranno trasportati il gasdotto Transmed, che collega Algeria ed Italia passando per la Tunisia.
L’accordo consente all’Italia di ridurre di circa un terzo le importazioni provenienti dalla Russia e risponde alla necessità, esplicitata dal premier Draghi, di “difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto. In tale ottica il governo italiano sarà impegnato in nuove missioni nel continente africano, alla ricerca di soluzioni di medio-lungo periodo in Congo, Angola e Mozambico.
Accanto all’accordo sul gas, il governo italiano (ed in particolare il Ministero della Transizione Ecologica guidato da Cingolani), ha elaborato con l’Algeria una dichiarazione d’intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell’energia. Stando alle parole del presidente del Consiglio, “l’Italia è pronta a lavorare con l’Algeria per sviluppare energie rinnovabili e idrogeno verde”.
Che questa sia l’occasione per accelerare la transizione energetica è il nostro augurio.
Giulio Picchia