Chi tace (o accenna un lievissimo e ridicolo sdegno paragonabile ad un “poffarbacco”) è complice…sempre! Arrendersi mai!
“Arrendermi mai, io non voglio arrendermi…”, sono parole prese in prestito da una meravigliosa canzone di Renato Zero e che ci conducono a riflettere sul comportamento da adottare davanti a certi episodi che si verificano nella nostra Nazione.
La città in questione è Torino ma quanto successo non è poi così diverso da eventi che si verificano anche a Roma e in altre parti d’Italia.
La sera della vittoria del Senegal della Coppa d’Africa, un centinaio di tifosi africani sono scesi in strada per festeggiare la conquista del Titolo della propria nazionale. Corse, urla e baldoria sono stati gli ingredienti che hanno animato lo spirito di queste persone; ad un certo momento, alcune volanti della Polizia di Stato che stavano passando in quel quadrante si sono fermate per capire cosa stesse accadendo. I presenti, delinquenti allo stato puro mascherati da tifosi, hanno accerchiato una delle auto per prenderla a calci. L’episodio è stato filmato da alcuni residenti di corso Palermo, quartiere Barriera di Milano, ed è subito diventato virale. La macchina in questione si è allontanata ma la Polizia è tornata poco dopo sul posto con dei rinforzi per ripristinare l’ordine.
Quanto avvenuto non è stato riportato con la forza e la gravità necessarie dagli organi d’informazione solamente perché i delinquenti erano senegalesi, quindi africani, quindi negri (non mi stancherò mai di ricordare agli ignoranti e alle menti in malafede che il termine “negro” deriva dal Latino e significa “colui dalla pelle nera). Rimanere in silenzio, secondo i dettami del “politicamente corretto” è l’input che viene impartito dai politicanti di quart’ordine per il timore di apparire razzisti.
Se un attacco del genere fosse stato portato a segno da tifosi di qualche nazione del nord Europa, sicuramente sarebbero intervenute (giustamente) richieste di scuse da parte dello Stato Italiano al Paese di origine. In questo caso, trattandosi di un Paese africano, il silenzio è obbligatorio.
La voglia di lobotomizzare le menti è tipica di un certo pensiero dittatoriale che però, fortunatamente, non attecchisce su tutti e chi scrive è tra questi. Prendere a calci una vettura della Polizia di Stato, significa prendere a calci lo Stato che ti sta ospitando (e magari anche mantenendo). In nessun’altra Nazione al mondo un gesto del genere sarebbe passato in silenzio. Eppure, in Italia, questo è successo.
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha espresso uno sdegno per l’accaduto talmente sbiadito da essere praticamente impercettibile, parlando di un invio di rinforzi per riprendere in mano una situazione che è fuori controllo da troppo tempo.
Chi tace (o accenna un lievissimo e ridicolo sdegno paragonabile ad un “poffarbacco”) è complice…sempre! Arrendersi mai!
Stefano Boeris