Cortesia, eleganza, ordine e disciplina rappresentano l’ABC di un buon biglietto da visita. È nei dipendenti che il cliente riconosce la validità o meno di una struttura
Ha fatto (e farà) discutere la “stretta” decisa dalla nostra Compagnia di Bandiera ITA Airways in merito al comportamento che il proprio personale (Piloti ed Assistenti di Volo) dovrà mantenere durante le ore di servizio e, per certi versi, anche fuori.
Un vero e proprio galateo con precise indicazioni ed altrettanti divieti per dare un’immagine eccellente della Compagnia. Attraverso la guida chiamata “Lookbook” si è creato ciò che ITA ha definito come “un prezioso strumento per aiutarti a mantenere in ogni momento un aspetto impeccabile, elegante, e in linea con i valori di ITA Airways”. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Fonte: Verità e Affari
Piloti, Hostess e Stewart potranno indossare la divisa solo nelle ore di servizio, durante le tratte A/R e in occasione di altri impegni “extra” organizzati dalla Compagnia. Nel momento in cui si indosserà l’uniforme, il/la dipendente sarà soggetto/a ad una serie di divieti comportamentali: nessuna possibilità di fumare in pubblico; vietato stare a braccia conserte o tenere le mani in tasca; non consumare cibi o bevande o masticare gomme americane.
Ma le proibizioni non finiscono qui. Sarà assolutamente precluso indossare cuffie, tenere telefoni fissati all’uniforme o appesi al collo, pubblicare foto personali in divisa o in cui compare il marchio ITA Arways. E ancora: mai presentarsi privi di cappello tanto in volo quanto a terra. L’accessorio, infatti, andrà sempre indossato o portato sottobraccio.
Anche per quanto concerne il bagaglio, il personale sarà tenuto a seguire norme assai ferree. Le valigie dovranno avere un aspetto sobrio, di colore scuro (blu, nero o grigio) e prive di adesivi o decorazioni. Interdetti zaini, sacche o borse sportive.
Fonte: ItaliaOggi
Facevamo riferimento, poc’anzi, alla divisa. Ebbene, questa andrà sempre allacciata e la camicia andrà indossata col colletto abbottonato e con delle spalline da guaina quando sfoggiata senza giacca. I pantaloni senza cintura non saranno ammessi mentre sarà concesso l’impermeabile in caso di pioggia (ma non col bavero alzato).
Per quanto concerne le scarpe, si potranno calzare solo modelli classici, con tacco in pelle nera, senza ornamenti. Piccola eccezione per i mocassini in stile college liscio e con gli stivaletti a tacco basso con la zip. E le calze? Rigorosamente nere o blu scuro a tinta unita.
No a tatuaggi visibili e a piercing; orologi di dimensioni moderati ed occhiali da vista o da sole, a patto che abbiano uno stile professionale e sobrio.
Per gli uomini: la barba andrà sempre curata e potrà arrivare ad una lunghezza massima di 5 mm mentre i capelli (per ambo i sessi) dovranno avere un taglio che non vada a coprire il volto e, neanche a dirlo, sempre puliti e pettinati.
ITA Airways ha motivato tale scelta spiegando che in quasi tutte le compagnie aeree internazionali esiste un protocollo di questo genere volto a mantenere alto il nome della Compagnia.
Regole apparentemente dure ma che, se ci riflettiamo sopra, non hanno poi un effetto così strano. In un qualunque contesto lavorativo l’immagine ha sempre ricoperto un ruolo importante, specialmente quando si ha a che fare con il pubblico. Pensiamo, ad esempio ad alberghi e ristoranti. Il nome di una struttura, indipendentemente dal tipo di settore in cui opera, gode o meno di stima anche in base al modo in cui il personale si comporta e/o si presenta.
Cortesia, eleganza, ordine e disciplina rappresentano l’ABC di un buon biglietto da visita. Non deve, pertanto, stupire che l’erede di Alitalia abbia deciso di mettere dei paletti in ambito comportamentale. È nei dipendenti che il cliente riconosce la validità o meno di un nome: educazione, cura e professionalità susciteranno sicuramente un’ottima impressione; scortesia, trascuratezza e superficialità spingeranno gli acquirenti a rivolgersi ad altri marchi del settore.
Meglio, allora, accettare e seguire linee guide mirate alla crescita del proprio posto di lavoro, anche per un vantaggio personale. Del resto, se la divisa ha sempre suscitato fascino è perché ha in sé queste regole che supportano il celebre detto “anche l’occhio vuole la sua parte”.
Stefano Boeris