Un’opera certamente importante che però non è rimasta priva di interrogativi

Sono partiti i lavori di prolungamento della pista ciclabile al fine di “unire” il Parco di Monte Ciocci con San Pietro. Il tracciato, ad oggi, vede la partenza/arrivo proprio nella collina che fu il luogo del film “Brutti, sporchi e cattivi” (1976) con l’indimenticato Nino Manfredi. Da qui, andando verso Roma Nord, è possibile giungere all’ospedale San Filippo Neri.

Ebbene, per continuare il percorso verso sud, invece, è stato progettato di sfruttare il vecchio ponte ad archi della Roma-Viterbo che, poco dopo il 1990, venne abbandonato deviando i treni sulla nuova infrastruttura parallela che funge anche da stazione. La “Nuova Francigena Urbana” come è stato definito il percorso, rappresenterà anche un’alternativa alla via Francigena «tradizionale» che, a differenza di altri storici percorsi, è mal segnalata e frammentata; vi sono, in vero, problematiche legate alla sicurezza dei pellegrini che devono affrontare strade molto trafficate e pericolose, prima di giungere al Cuore della Cristianità ossia San Pietro.

Ma per tornare alle due ruote, il viadotto che misura circa 250 mt. ed alto 15 mt. non consente, però, l’inserimento di una ciclabile ed un percorso pedonale. Dunque, così come per i tracciati che corrono da Ponte Milvio a Villa Glori o da Ponte Milvio fino a Piazza delle Belle Arti, vi sarà, anche in questo caso, una tratta pedonale e ciclabile al tempo stesso.

Fonte: Roma Today

Questo progetto rientra nelle opere di bonifica e riqualificazione delle aree verdi e non solo. Previsto poi l’ingresso nella storica galleria in muratura «Villa Arberici». Al suo interno, anche per dare una sensazione di sicurezza, potrebbero essere inseriti giochi di luce e suoni. Ma il tunnel si “fonderà” con un passaggio (sempre coperto) artificiale con rampe pedonali, un ascensore e nuove sistemazioni esterne. In questo tratto, invece, si prevedono due percorsi, pedonale e ciclabile.

Il progetto prevede anche la realizzazione di un passaggio che immetta direttamente alla cosiddetta “passeggiata del Gelsomino” con un varco sul muro di delimitazione di Viale del Vaticano, la realizzazione di una rampa per superare il dislivello tra la quota di Viale vaticano e la “passeggiata”.

Insomma, un’opera certamente importante che però non è rimasta priva di interrogativi. Sì, perché, se da una parte (parlando da ciclista) è giusto realizzare nuovi tracciati per permettere il raggiungimento di siti centrali e non con le bici, dall’altro lato lascia molto perplesso il fatto che queste piste debbano essere condivise con i pedoni (che significa un rischio in termini di sicurezza) e che lo stesso sforzo economico e burocratico non venga impiegato nella realizzazione di parcheggi, considerando quanto disagio ci sia nella Capitale per lasciare la propria vettura.

Proprio nell’area di inizio lavori, i residenti hanno manifestato la loro protesta per la scelta del Comune di trasformare il parcheggio di via Angelo Emo in un capolinea che, ancora oggi, è incompleto e che serve a far sostare solamente due linee che, in teoria, avrebbero potuto trovare “ospitalità” nello storico capolinea di Cornelia o di Valle Aurelia. Soprattutto se si pensa che Baldo degli Ubaldi ha già dei bus che la percorrono tutta (il 490) e in parte (il 495).

E per tornare al tracciato ciclo-pedonale in galleria, il timore è che “passata la festa, gabbato lo Santo”: quale sarà il livello di sicurezza di quel segmento? Vi saranno delle postazioni di controllo assieme ad un numero consono di telecamere piazzate? O, come successo proprio per Monte Ciocci, il tempo “divorerà” la bellezza dell’opera trasformando quella galleria in un condominio di ubriachi, drogati, scippatori e imbrattatori di muri?

Per dirla alla Battisti, “lo scopriremo solo vivendo”.

Stefano Boeris

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