“Ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese“
93 anni e non sentirli! Così potremmo iniziare questo articolo in ricordo di un uomo che con la sua passione per la Scienza ha portato gli italiani ad avvicinarsi a quello che è da sempre parte dell’essere umano: il Sapere.
Piero Angela ci ha lasciato a due giorni dal Ferragosto, durante la messa in onda delle puntate di Super Quark, il celebre programma televisivo che lo ha visto al comando della divulgazione per 41 anni. Il noto giornalista non ha mai smesso di lavorare e questo, forse, ha fatto sì che la sua mente fosse sempre in attività, raggiungendo il traguardo della Vita con serenità e lucidità.
Nato a Torino nel 1928, Piero Angela aveva frequentato il Liceo Classico e, fin da bambino (a sette anni) suo padre Carlo, medico e antifascista, lo avvicinò alla Musica mettendogli un’insegnante per prendere lezioni private di pianoforte. Questa Passione accompagnerà il futuro giornalista per tutta la vita, specialmente per quanto riguarda il genere Jazz. Dirà in seguito: “Gli individui che incontrano il maggior successo (e non solo con le donne) solitamente sono forti dentro e cortesi fuori. È un po’ come per il pianoforte. Ricordo sempre quello che mi diceva la mia vecchia insegnante di pianoforte: per avere un buon tocco occorrono dita di acciaio in guanti di velluto… Forse anche nella vita è così”.
Gli inizi della sua carriera di giornalista avvennero per caso, quando accompagnò un amico per un provino come lettore del radiogiornale. In quell’occasione fu invitato a “provare” e, visto l’esito positivo, ecco che si aprirono le porte di un mondo “incantato”. Nel 1954, con l’avvento della Televisione, Piero Angela passò davanti alle telecamere, per poi ricoprire la veste di inviato e conduttore del TG. Le sue telecronache da Parigi e Bruxelles iniziarono a renderlo “famoso” ai telespettatori e, nel 1968, fu conduttore della prima edizione del Telegiornale Nazionale delle 13:30, assieme ad Andrea Barbato, mentre nel 1976 divenne primo conduttore del TG2. La sua carriera lo ha visto andare anche oltreoceano, vivendo in prima persona eventi, destinati a rimanere impressi nelle pagine della Storia dell’Umanità (la conquista della Luna, tanto per fare un esempio).
La passione per la divulgazione scientifica fece capolino nel 1971 con “Destinazione uomo” una delle prime trasmissioni di questo genere, rivolta al grande pubblico.
Ma la grande popolarità esplose con il programma “Quark”, l’appuntamento scientifico e naturalistico in cui, con parole molto semplici, venivano spiegati concetti tecnici che diventavano comprensibili anche ai non addetti ai lavori e mostrati documentari che hanno sempre affascinato grandi e piccoli.
Personalmente posso dire di non essermi mai perso un’edizione da quel lontano 18 marzo 1981. Da allora, pur essendo un bambino, ho sempre seguito le evoluzioni del programma: le grafiche animate di Bruno Bozzetto e le celebri voci narranti di Claudio Capone e Romano Malaspina; il passaggio da “Quark” a “Superquark”, per poi passare agli speciali come “La macchina meravigliosa”, “Viaggio nel Cosmo” ed “Il pianeta dei dinosauri”. Tutti programmi che hanno confermato la professionalità del Giornalista ed una solida tradizione documentaristica.
Inutile dire che Piero Angela ha scritto innumerevoli libri, sempre di carattere divulgativo come, “Nel cosmo alla ricerca della vita” (1980); “La macchina per pensare” (1983); “Oceani” (1991); “La sfida del secolo” (2006); “Perché dobbiamo fare più figli” (2008); “A cosa serve la politica?” (2011); “Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo” (2012) e tanti altri.
Nel 2004 fu insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2021 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Un uomo amante del proprio lavoro, che ha saputo trasmettere questo Amore al pubblico. In un’intervista in cui gli si chiedeva quale fosse, tra i tanti ricevuti, il premio a cui teneva di più, rispose: “Tengo più ad una lettera che mi scrisse tanto tempo fa una signora di Varese, la quale vedendo un mio programma disse: “Finalmente ho capito!”. Era una donna che, per motivi familiari, si era dovuta fermare alla quinta elementare ma era intelligente e aveva una gran voglia di sapere. Da allora mi resi conto quanto fosse importante la semplicità nell’esposizione”. E ancora, sempre nella medesima intervista, parlando della Pubblicità invitò le reti televisive, in modo particolare la RAI, in qualità di ente pubblico a “dipendere sempre meno dalle pubblicità, perché queste richiedono grandi ascolti e i grandi ascolti si ottengono con programmi spesso privi di contenuti che però, finiscono col coinvolgere una grossa fetta di pubblico”.
Ma i grandi nomi sono immortali e, oltre agli innumerevoli filmati, Piero continuerà a vivere in suo figlio e degno erede Alberto. Sappiamo, infatti, quanto popolari siano i programmi che quest’ultimo porta sulle Reti RAI da anni e sempre con grande successo.
Penso di poter dire che la famiglia Angela sia una delle poche ragioni per cui valga la pena pagare il canone!
Vorrei chiudere questo breve ma sentito articolo con la frase finale che il Maestro Piero ha voluto lasciare al suo pubblico: “Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte&hellip). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”.
Ciao Piero e Grazie da un allora bambino e oggi uomo e giornalista che non ha mai perso una tua trasmissione e che continuerà a seguirti attraverso la figura di tuo figlio Alberto!
Stefano Boeris