Non sarebbe meglio aiutare i giovani ed i giovanissimi a “non sbagliare” invece di rincorrere un proprio successo personale?
Esagerare è diventato un nuovo modo di comunicare? Purtroppo, sì! La recente performance di Fedez a Sanremo ha superato ogni limite. Se in precedenza alcuni programmi televisivi si ricordavano per l’eccellenza nell’organizzazione, nella scenografia e nella partecipazione di cantanti famosi o nuovi ma interessanti per i messaggi che mandavano attraverso la musica, oggi, per affermarsi nella guerra per il migliore audience, hanno la necessità di strafare, esagerare con il rischio di scadere nell’offerta della qualità e lasciare quantomeno perplessi gli ascoltatori.
La comunicazione in questi anni è indubbiamente cambiata attraverso i social ma non dimentichiamoci che quello che ci gira intorno, una guerra ed una pandemia speriamo in fase terminale, ci porta sempre più a volerci rifugiare in qualcosa che ci dia la certezza di un momento di svago, di tranquillità.
Il calo degli investimenti pubblicitari ha stressato i canali commerciali e non a dover per forza trovare qualcosa di nuovo per stupire. Gli autori dei programmi, forse una delle categorie dove c’è stato meno ricambio, non hanno tempo per pensare, devono agire in fretta e sempre in emergenza e questo porta sempre più spesso a fare degli sbagli.
Fedez è stato uno sbaglio gestito nel luogo “sbagliato”.
Le nuove generazioni non le recuperi come ascoltatori se non offri loro nuove idee, nuove curiosità, lo sviluppo e l’approfondimento di tematiche che renda il loro futuro più stimolante. Oggi i giovani hanno fretta di crescere e ancor più di avere una loro indipendenza ma sono consapevoli di dover essere più preparati. Sicuramente lo strumento televisivo ha ancora un suo perché ma non con gli attuali contenuti.
Un cantante o comunque un personaggio vicino per età a chi dovrà essere protagonista del futuro ha una grande responsabilità.
Temi come le droghe e l’alcol sono priorità da combattere ancora molto presenti purtroppo. Non sarebbe meglio dedicarsi quindi ad aiutare i giovani ed i giovanissimi a “non sbagliare” invece di rincorrere sempre un proprio successo personale?
Raimondo Astarita