La filiera dell’immobiliare allargato, con i suoi 7 milioni di posti di lavoro in 35 settori d’impresa, produce il 30 per cento del Pil italiano
“Futuro Italia” è stato il filo conduttore per un intenso ciclo di seminari, tutti promossi da Remind, Associazione italiana della filiera immobiliare, per dare impulso e forza alla nuova concezione più allargata della cultura dell’abitare.
In questo ultimo scampolo di 2022, Remind ha riunito a Roma lo scorso 13 dicembre, nella nuova sede per convegni della rappresentanza italiana dell’Unione europea, dedicata in piazza Venezia al compianto presidente dell’Europarlamento David Sassoli, alcuni fra i protagonisti istituzionali del governo Meloni con cui hanno potuto dialogare esperti e dirigenti di molte rappresentanze di settori strategici che vanno dal turismo all’alberghiero, dall’immobiliare residenziale al credito, insieme ad alcuni Ordini, come quello degli ingegneri.
Non sono mancati alcuni momenti consacrati all’arte della gioielleria e alla cultura della bellezza, rappresentati da alcuni spazi musicali in occasione della Giornata mondiale del violino, con un minuto di silenzio per le vittime del disastro di Ischia.
Durante l’incontro, moderato dal presidente nazionale di Remind Paolo Crisafi, si è riflettuto sulle prospettive delle politiche governative a partire dalla legge di bilancio per il 2023, con gli ultimi aggiustamenti in fieri e con particolare riferimento ai temi dello sviluppo sostenibile, della sicurezza energetica e della rigenerazione urbana.
Al centro degli interventi, naturalmente, vi è stato anche il tema dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), in merito al quale recentemente il Commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni aveva ricordato che“l’Italia si sta giocando un pezzo di futuro”.
La posta in gioco, perciò, è enorme, sia per la mole di risorse europee concesse in dote al Paese, sia per le nuove sfide a cui far fronte, data la crisi sopraggiunta per il conflitto russo-ucraino nel cuore dell’Europa.
Next Generation EU, aveva ribadito Gentiloni, è un pacchetto da 800 miliardi di risorse comuni per finanziare i Piani di ripresa nazionali, di cui quasi 200 sono destinati all’Italia. Tante risorse da usare bene per progetti innovativi e soprattutto ecosostenibili. Alcuni economisti hanno stimato, infatti, che se portato avanti fino in fondo, il Pnrr potrà generare fino a due punti e mezzo di Pil di crescita aggiuntiva, creando altri 240mila posti di lavoro entro il 2026. Dagli esponenti del governo Meloni è stata annunciata, inoltre, l’intenzione di rivedere alcuni obiettivi del Piano perché, come ha sottolineato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (con delega al Cipe) Alessandro Morelli nell’ambito del seminario di Remind “il Pnrr è un complesso di misure straordinarie che servono a realizzare cose straordinarie”.
Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, collegato online, ha tratteggiato invece alcuni dei temi della manovra economica che sta impegnando governo e Commissioni in una corsa contro il tempo, entro la scadenza slittata al 31 dicembre su concessione dell’Ue, in quanto il 25 settembre l’Italia si è recata alle urne, il parlamento della XIX legislatura si è insediato dal 13 ottobre e il nuovo governo è entrato in carica il 22 ottobre 2022.
Rampelli ha parlato in particolare di tassa piatta e di riforma del reddito di cittadinanza, per dare un’occupazione lavorativa a circa 500mila persone, su un totale di percettori di RDC che sono attualmente circa un milione e 700mila. Le novità della riforma stabiliscono che nel 2023 i percettori occupabili tra i 18 e i 59 anni percepiscano il sostegno per massimo otto mensilità. Continueranno ad essere sostenuti i nuclei con la presenza di minori, gli anziani sopra i 60 anni, le donne in gravidanza e i disabili.
Riportando i dati Inps, ricordiamo che tra gennaio e ottobre 2022 avevano ricevuto l’RDC almeno per una mensilità nell’arco dell’anno 1 milione 659mila nuclei familiari, per un totale di 3 milioni e 611mila persone.
Il seminario di Remind ha poi visto la partecipazione in presenza del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, del consigliere per le politiche di Bilancio della premier Giorgia Meloni Renato Loiero, nonché del presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato (in videoconferenza). Gasparri, in particolare, ha dato l’annuncio in diretta della decisione di unificare le Commissioni Esteri e Difesa al Senato, in ragione della riduzione del numero di parlamentari, mentre entrambe resteranno distinte alla Camera.
Essendo numerosi gli interventi istituzionali che si sono succeduti, insieme alla pluralità di voci che fornito il loro contribuito al seminario, oltre ai messaggi scritti inviati da diversi esponenti del governo Meloni, è impossibile citarli tutti, ma è essenziale sottolineare come gli organizzatori, e in particolare il presidente nazionale di Remind Paolo Crisafi, abbiano valorizzato le buone pratiche portate avanti dai rappresentanti del mondo delle imprese della filiera immobiliare allargata, la nuova concezione strategica di cui l’associazione Remind vuole farsi portavoce verso le istituzioni.
Spiega così Paolo Crisafi nel suo intervento: “Abbiamo radunato le migliori espressioni di piccole, medie e grandi realtà con il denominatore comune di mettere al centro la salvaguardia del pianeta e il benessere delle persone, come operatori di pace e buone pratiche nelle attività che svolgiamo con competenza tecnica e sensibilità per l’ambiente. Voglio ricordare l’importanza dell’immobiliare allargato, un settore che costituisce il 30 per cento del PIL nazionale ed è un volano della crescita. Composto dalle migliori forze produttive, commerciali, assicurative, sociali, sanitarie, economiche, sportive, turistiche, culturali, infrastrutturali e immobiliari della nostra nazione”.
Se osserviamo, in tutta evidenza, che in Italia nel solo settore del turismo – che ha ottenuto più che ottimi risultati quest’anno dopo le restrizioni dovute alla pandemia – ci sarebbero almeno 30mila strutture ricettive da ristrutturare in termini di riqualificazione energetica ed edilizia su 34mila esistenti (tuttavia nella manovra per questo comparto sono stati stanziati soltanto 2,4 miliardi) e che mediante le nanotecnologie potrebbero essere costruite facciate di edifici in cemento fotocatalitico per progettare le cosiddette città mangiasmog, si può facilmente comprendere l’importanza di gettare le basi per mettere in prospettiva l’immobiliare allargato al servizio del benessere delle comunità.
Daniela BLU