Anna Borsa è morta per mano di un uomo
Quando leggi sui giornali o ascolti il telegiornale fatti di cronaca che riguardano le donne, la prima frase che colpisce è “un uomo normale ha ucciso una donna per troppo amore”. In Italia ci sono molti uomini “normali” che per troppo amore uccidono.
Anna è stata uccisa mentre stava lavorando davanti agli occhi di tutti con un colpo di pistola alla testa, senza pietà. Ma lei aveva avuto la forza di urlare al mondo la sofferenza che questo amore malato le infliggeva quotidianamente e, nonostante ciò, alla fine non si è salvata.
Anzi, a dire il vero, in alcuni casi, e a quanto pare questo è un ulteriore caso, le donne che hanno chiesto aiuto non lo hanno ricevuto. Il padre di Anna aveva denunciato questo pericoloso personaggio ma nessuno è intervenuto.
Allora, l’uomo normale le ha sparato. “È stata una follia, un raptus”, dice il benpensante. No, una scelta dico io. Solo e soltanto una scelta. Lei lo voleva lasciare e lui l’ha uccisa! Non ci sono molte scuse o giustificazioni (semmai ce ne potesse essere una)
Come se l’alternativa a lasciarsi fosse la morte. Progresso, educazione ed emancipazione in una società civile come la nostra non sono bastati ad evitare femminicidi.
Tutta la democrazia non ha inciso sul destino delle donne uccise per mano dell’uomo “normale”. Il modo di vivere e pensare ormai incancrenito: quello del possesso di lei, ha trasformato alcuni amori in tragedie.
Un uomo entra nel negozio di parrucchiere a Pontecagnano (SA), con pistola alla mano, si avvicina ad Anna e preme il grilletto. Assolute tragedie.
“Gli uomini non cambiano”, cantava Mia Martini. Come ai tempi di Don Josè nell’opera di Bizet:” Sono io che ho ucciso la mia amata Carmen”.
La comunità locale ed anche quella nazionale si interroga, ancora una volta, sul perché, sul come sia potuto accadere.
L’ha indicato Alda Merini: “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise solo perché donne”.
Le istituzioni, oggi alle prese con la pandemia dimenticano le donne che muoiono per amore. Non ci sono vaccini qui però.
E poi usare parole importanti, giuste, autentiche, dare il giusto nome all’omicida che ovvio non è “uomo normale” è solo un omicida, uno “str…”, le parole sono importanti impariamo ad usarle correttamente.
Occorrono madri che educhino i figli al rispetto per le donne e padri che rispettino le mogli, le compagne, le madri dei loro figli. “Noi siamo quello che viviamo”.
Chi ha l’obbligo, dunque, di gestire il mondo non deve distrarsi. È come guidare in autostrada e vedi i cartelli luminosi con su scritto non distrarti al volante. Così dico alle istituzioni: non distrarti al comando.
” Era tutta mia”. Ora è tutta nostra quella responsabilità.
Una fiaccolata per Anna è stata organizzata nel comune salernitano.
Avanti Donne, avanti tutta!
Antonella Tancredi