Una lettura che consigliamo al fine di capire meglio il fumetto, scardinando quei preconcetti che, lo vedono unicamente come un mondo infantile
Si è svolto presso il Teatro Ar.Ma di Roma, la presentazione del libro del Prof. Fulvio Caporale dal curioso titolo “Quel Terrone di Paperino”.
All’interno di un’atmosfera familiare ed accogliente, il Prof. Caporale, assieme ai relatori Angela Caporale (musicista e musicologa), Giuseppe Pollicelli (giornalista ed esperto di fumetti) e Mariarosaria D’Alfonso (dirigente scolastica ed ex allieva del professore), ha illustrato il significato di questa sua ultima fatica. Un’analisi di cosa voglia dire, oggi, appartenere al nord ed al sud della nostra Nazione; i pro e i contro, tanto da una parte, quanto dall’altra.
Non sono mancati, riferimenti di carattere storico, legati al periodo Risorgimentale che ha visto opinioni differenti anche all’interno dello stesso gruppo dei relatori. Ma l’elemento più significativo, al di là di quelle differenze, o se preferite caratteristiche culturali, legate alla propria terra natia che ognuno di noi porta con sé, è stato proprio il fumetto.
Troppo spesso, infatti, questo tipo di approccio alla lettura (e letteratura) viene considerato di serie B o addirittura C: al contrario, la rappresentazione artistica “parlata” ha in sé un valore culturale assai profondo. È una lettura che non ha limiti di età; non si addice solo ai piccoli ma anche ai grandi. E forse la magia del Fumetto è esattamente quella di raccontare in parole semplici, situazioni, atteggiamenti, culture che altrimenti resterebbero ignote ai più.
All’interno del libro, il Prof. Caporale fa riferimento ad esperienze di vita vissuta, aneddoti, analisi storiche e sociali. Ma il personaggio Disney non è solo: sfogliando le pagine è possibile imbattersi in fotografie ritraenti copertine di Tex Willer, il Corriere dei Piccoli, il giornale dei Balilla. E ancora, immagini di Nathan Never, Cuore e molti altri classici.
Un percorso di carattere storico-culturale che vede citati nomi come Umberto Eco, Renato Carosone perché disegno, penna e musica in fondo sono legati da un comun denominatore: la Poesia.
Proprio la Poesia che limitatamente pensiamo essere vincolata ad uno scritto è, in verità, espressione di creatività e di sentimento che può scaturire attraverso i tasti di un pianoforte o tramite una penna “guidata” sul foglio dal proprio stato d’animo.
Altro momento degno di nota, lo scambio di battute col pubblico presente: il Maestro Vito Caporale, che per l’occasione ha assunto il ruolo di moderatore, ha dato ai presenti la possibilità di porre domande all’autore del libro e/o scambiare battute in merito a quanto detto nel corso della presentazione. Un modo per abbattere quel muro tra palco e platea che molto spesso è tipico delle presentazioni.
Una lettura, quindi, che consigliamo al fine di capire meglio il fumetto, scardinando quei preconcetti che, come detto nelle precedenti righe, lo vedono come un mondo infantile e che invece affonda le proprie radici nella Cultura con la C maiuscola.
Stefano Boeris