Dovremmo essere libere, libere di dire ciò che pensiamo e di essere quello che siamo, ossia persone di pari dignità ed invece, tutto cambia tranne la vita delle donne
“Zitta, devo stare zitta” così molte donne pensano di evitare situazioni violente. Poi, al pensiero precedente aggiungono: “devo essere dolce, carina ma soprattutto stare al mio posto. Così me la caverò”.
A me verrebbe da chiederti, o Donna, ma qual è il mio o il tuo posto? Chi ha stabilito i luoghi dove possiamo o dobbiamo stare? Quali sono le stanze in cui possiamo parlare o dove possiamo sederci o sistemarci i capelli? Ah, stavo per dimenticare, quali sono le parole che sono concesse e quali da evitare?
Chi ha stabilito queste regole? E, soprattutto, perché noi donne le rispettiamo?
Dovremmo essere libere, libere di dire ciò che pensiamo e di essere quello che siamo, ossia persone di pari dignità edinvece, tutto cambia tranne la vita delle donne. L’anno 2022 inizia con l’assassinio di un bambino, morto per mano del padre. La madre è scampata alla morte solo per un caso fortuito
Che poi non mi viene naturale scrivere “padre” in questo caso. Un padre non uccide, al contrario, darebbe la vita per il proprio figlio. Eppure, un uomo di anni 40, Davide Paitoni, ha ucciso suo figlio. Era ai domiciliari per aver accoltellato un collega di lavoro, ma il giudice, nonostante questo, ha accolto la richiesta dei difensori del mostro di poter incontrare il figlio. L’incontro della morte.
La moglie aveva presentato due denunce per maltrattamento tra il 2020 ed il 2021, una terza i suoi genitori e per le autorità egli non era stato ritenuto socialmente pericoloso.
La mia banale domanda è: con diverse denunce per maltrattamento, un accoltellamento, e chissà quante cose per quieto vivere non saranno state denunciate, quando le autorità avrebbero ritenuto socialmente pericoloso questo vile soggetto? Cosa avrebbe dovuto fare ancora per non fare altri danni? Un bambino ha perso la vita per mano del padre, un uomo che avrebbe dovuto difenderlo, crescerlo ed amarlo più di ogni altra cosa al mondo.
Ora una donna ha perso un figlio ed è scampata lei stessa alla morte. Così, il bambino ha incontrato il padre.
Ovviamente, ella ha creduto che le autorità avessero valutato correttamente lo stato violento dell’assassino. Lei è viva e questo è un miracolo. Purtroppo ha nella vita incontrato un uomo tanto pericoloso quanto violento. Addirittura ha ucciso il figlio per farle dispetto. Chissà quale sarà la pena che verrà inflitta al mostro di Varese. Di certo la giustizia farà il suo corso e, ci auguriamo, non con la stessa cura con la quale ha valutato la pericolosità sociale dell’individuo denominato padre.
Ah dimenticavo, il mostro ha lasciato una lettera sul corpo di suo figlio, sgozzato, piena di livore verso la moglie. Che questa sia per lui la lettera di sola andata per il carcere a vita. Quante donne dovranno ancora morire nel mio Paese? Quanti figli dovranno ancora pagare il prezzo della morte per livori tra le coppie? Che Dio ci aiuti visto che la giustizia è distratta.
Antonella Tancredi