Noi, che ci aspettiamo che questo governo lavori bene per risolvere i terribili problemi che abbiamo, ci limitiamo ad incoraggiare la Meloni a scegliere una squadra di governo con ministri competenti e che, sia là Premier di tutti gli italiani

Finalmente le urne hanno dato un verdetto chiaro e inconfutabile. Ha vinto Giorgia Meloni, trascinando al successo la coalizione di Centrodestra, che torna al governo del Paese, dopo undici anni. Era un verdetto ampiamente previsto ma la dimensione del successo è tale da porre alcune riflessioni agli sconfitti. Se la Meloni ha vinto, sono usciti malamente sconfitti sia il PD di Enrico Letta che la Lega di Salvini, precipitata ad un risicato 8,5%. Regge, nonostante tutto, l’intramontabile Berlusconi, non coglie il risultato a due cifre, il duo Calenda Renzi, che si ferma a circa l’8% mentre Conte, nonostante i 5S abbiano perso circa 6 milioni di voti, con una campagna elettorale simile ai vaffa di 5 anni fa, non scompare dalla politica e porta a casa un buon 15%, che, considerati i sondaggi, è un buon risultato.
Quindi i cittadini italiani si sono espressi in modo netto è chiaro. Adesso sta ai vincitori dare vita ad un governo con figure credibili e competenti per poter dare risposte ai terribili problemi che andranno ad ereditare dal Governo Draghi.

Fonte: Avvenire
Se i trionfatori hanno il gravoso compito di dare un governo credibile al Paese e hanno il problema di dare risposte efficaci ai problemi che abbiamo, le opposizioni hanno di che riflettere per capire come recuperare dalla sconfitta.
Il PD esce molto male da queste elezioni. Letta non è riuscito a creare una coalizione capace di fronteggiare l’onda d’urto della destra e ha fatto una campagna elettorale centrata sul pericolo fascista per la democrazia. Pochissimo se pensiamo che siamo nel 2022, con dei problemi tali da far dimenticare agli italiani un pericolo che non c’è e che continua ad essere l’elemento centrale delle campagne elettorali del PD. A forza di stare al governo, senza mai vincere le elezioni, non è stato capace di fare proposte valide per disegnare un futuro all’Italia, senza idee e con il chiodo fisso di rappresentare il meglio della politica. Se aggiungiamo a questa mancanza di idee e di proposta politica il fatto che al governo, anche se a presiederlo c’è quel fuoriclasse di Draghi, si paga sempre pegno, si capisce il risultato negativo di queste elezioni. In numero di voti il PD di Letta ha perso voti rispetto alle elezioni precedenti, dove Renzi portò il partito al minimo storico, dopo averlo però portato oltre il 40%.
Il PD è al bivio. Dopo anni di incertezze deve decidere se essere un partito di sinistra antagonista, o come Vorrebbero Bettini e la sinistra del partito, oppure abbracciare una volta per tutte, ma senza indugio, la strada del riformismo. La prima ipotesi vedrebbe la necessità di una alleanza con i 5S e con Fratoianni e compagni, nella seconda ipotesi, una alleanza con Calenda e Renzi più i moderati e liberali che si ispirano a Macron. Altre strade non ne vedo ed il prossimo congresso sarà chiamato finalmente a decidere la via da intraprendere.
L’altro sconfitto è Salvini. Questo suo essere così ondivago gli ha fatto perdere l’appoggio dell’elettorato produttivo che non gli ha perdonato la cacciata di Draghi. La stella di Salvini sembra proprio al tramonto e la Lega dovrà fare anch’essa scelte coraggiose.
Berlusconi regge. Lo davano per morto politicamente ed invece sta lì e si candida come garante per una politica di destra, ma moderata.
Calenda e Renzi speravano nel 10% ma la tenuta di Berlusconi ha impedito questo successo.
Conte, con l’uscita dal governo, ha potuto fare la campagna elettorale che i grillini vogliono. Conte rappresenta ormai la sinistra che difende i deboli e il tema del reddito di cittadinanza e lo slogan, tanto paga lo stato lo ha trasformato in un Achille Lauro di questo secolo. Sarà difficile per il PD inseguirlo su questa strada. A forza di definirlo come un protagonista avanzato dei progressisti, ne hanno definito un profilo di paladino dei poveri. Eh, sì. E i poveri sono più numerosi di quelli che stanno bene o benino, per il PD vedo giorni difficili per rigenerarsi.
E veniamo alla Meloni, la trionfatrice. Chi si aspettava smargiassate o caroselli nelle città è rimasto deluso. Le parole che ha usato a caldo, dopo il risultato, sono state responsabilità, conferma delle alleanze e rispetto degli impegni economici. Tutti quelli che si aspettavano dichiarazioni di fuoco, sono rimasti delusi e nei tanti Talk televisivi tutti orientati contro di lei, non sono riusciti a celare il tifo contro il prossimo governo, sperando in una Europa che metta in difficoltà la prima donna premier italiana. A proposito, l’esercito di femministe alla Boldrini, non hanno speso una parola su questo fatto ed anzi, hanno quasi ignorato questo aspetto rivoluzionario per il nostro Paese.

Fonte: Corriere della Sera


Noi, che ci aspettiamo che questo governo lavori bene per risolvere i terribili problemi che abbiamo, ci limitiamo ad incoraggiare la Meloni a scegliere una squadra di governo con ministri competenti e che, come per altro ha subito assicurato, sia là Premier di tutti gli italiani. E soprattutto parli un linguaggio di verità e ci racconti costantemente come vanno le cose, consapevole che l’Italia è un Paese ancorato all’Occidente, e che deve restare fedele alle alleanze che dal dopo guerra hanno contribuito a farla grande. E non dimentichi l’Europa. Lavori per completare il disegno dei Padri fondatori e non si faccia abbagliare da avventurieri che, alla fine sono elementi di disgregazione che porta al caos. Non ne abbiamo bisogno, in tempi di guerra.

FRANGES

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *