Una grave crisi alimentare sta venendo fuori dal conflitto ucraino
Mentre le preoccupazioni energetiche si moltiplicano a causa della guerra in Ucraina, sta emergendo un’altra prospettiva preoccupante: l’insicurezza alimentare globale. Oltre alla necessità immediata di sostenere il popolo ucraino, il mondo deve prepararsi a contrastare gli effetti a catena della guerra sulla sicurezza umana, al di là del continente europeo.
Si parla molto infatti dell’elevata dipendenza energetica dell’Europa dal gas russo ma le conseguenze della guerra di Putin all’Ucraina includono anche una possibile interruzione dell’approvvigionamento alimentare globale, che già affronta i rischi dovuti ai cambiamenti climatici. La Russia, infatti, provvede al 10% della fornitura mondiale di gas. Eppure, quando si tratta di grano, Russia e Ucraina insieme rappresentano il 29% dell’offerta mondiale.
È evidente quindi che l’attacco della Russia all’Ucraina genererà inevitabilmente notevoli shock alle esportazioni di cibo da parte di entrambi i paesi. Shock, che si andranno ad aggiungere alle conseguenze dei cambiamenti climatici, rapidamente insorte nel recente passato. Nel 2010, ad esempio, una serie di episodi di siccità dovuti a picchi di temperatura più alti hanno decimato gran parte del raccolto di grano russo.
La mitigazione degli impatti sui sistemi alimentari legati al clima su scala internazionale richiede un notevole lavoro cooperativo e canali commerciali aperti, e questo è esattamente ciò che è attualmente minacciato. Non vi è dubbio, infatti, che l’utilizzo da parte delle potenze economiche di misure protezionistiche e non inclusive, rischia di generare ulteriori rischi all’economia mondiale che trascendono i confini dei paesi.
La guerra tra Russia e Ucraina, inoltre, ci ricorda che la diversificazione dell’offerta è fondamentale in tempi di crisi, sia politica che climatica.
Alberto Fioretti