Cosa pensare del destino che attende il Carroccio nei prossimi mesi?
Ha stupito molti, un anno e mezzo fa circa, l’ingresso della Lega nella coalizione che ha visto la nascita dell’esecutivo presieduto da Mario Draghi. Il sostegno parlamentare a Draghi, dopo l’entrata della Lega, si è infatti profilato come del tutto trasversale, tanto da dar vita a una maggioranza di larghissime intese. A portare al parossismo la bizzarria dello scenario politico italiano, già oltremodo stravagante, vi è stato infatti il, peraltro, comprensibilissimo rifiuto di FdI di far parte di una compagine governativa così votata all’ establisment e all’eurocrazia, ma nella quale figurava il partito di Salvini, suo più stretto alleato.
È questo il principale dei motivi per cui il centrodestra potrebbe apparire, a distanza di sei mesi dal cambio della guardia a Palazzo Chigi, alquanto destabilizzato al suo interno, in una fase di subbuglio e rimescolamento che vedrebbe i due principali partiti dell’alleanza in procinto di sfidarsi a viso aperto.
Ma se si resiste alla tentazione di cedere a questa facile interpretazione dei fatti si può forse intravedere un’altra strategia possibile attuata dalle due forze principali del centro-destra, secondo la quale, Lega e FdI, pur ingaggiati in una gara leale per aggiudicarsi più voti possibili all’interno di quello che si può configurare di fatto come lo stesso bacino elettorale, gestirebbero questa fase politica con complicità e con una certa comunione d’intenti.
È, infatti, evidente che, quando Salvini ha deciso di cedere alle pressioni di una parte importante del suo elettorato, della quasi totalità del mondo produttivo leghista e di numerosi esponenti di peso del suo partito e di entrare nel suddetto esecutivo, lo ha fatto ben consapevole che sarebbe stato sorpassato da FdI.
Per questa e per tante altre ragioni, a dispetto delle apparenze, non sembra plausibile una vera e profonda conflittualità fra i due partiti maggiori del centro-destra, i quali sembrerebbero piuttosto intenti a ingrossare le fila dei loro sostenitori e da ultimo vincere con ampio margine le prossime elezioni politiche nazionali.
Alberto Fioretti