Un noto proverbio dice “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, facendo riferimento alle possibili trappole della relazione di fiducia
La Fiducia è un costrutto relazionale ed è una parte fondamentale di mediazione nella interazione tra le persone. A me viene in mente quando da piccolo mio padre mi diceva che al ritorno da lavoro mi avrebbe portato a vedere i gattini dei vicini appena nati ed io ci credevo, oppure quando da grande ho avuto il mio primo figlio ed il medico mi ha tranquillizzata dicendomi che sarebbe andato tutto bene ed io mi sono fidata.
Essa presenta aspetti a livello affettivo, cognitivo, e sociale. Noi diamo fiducia alle persone con cui interagiamo costantemente, ne diamo anche noi agli altri, ed anche alle cose che utilizziamo. Abbiamo fiducia nelle istituzioni, nelle leggi, nella gestione dei nostri risparmi e delle nostre capacità. La fiducia ha un ruolo importante anche quando non l’abbiamo: ad esempio se non abbiamo fiducia nelle navi, difficilmente faremo una crociera. Essa è essenziale al fine di creare le condizioni per il nostro benessere nella società.
Sono numerose le definizioni date al termine Fiducia, ognuna di queste rende chiari alcuni aspetti e ne ignora. È evidente che una qualsiasi teoria debba proprio partire dalla definizione del fenomeno (in questo caso di tipo di fiducia che cercheremo di osservare).
Diciamolo chiaramente: non esiste una risposta alla domanda che ci viene facile porci: è meglio fidarsi o non fidarsi?
Secondo un recente studio dell’Università di Oxford le persone intelligenti hanno più probabilità di fidarsi degli altri, mentre quelli che hanno un punteggio inferiore nei test di intelligenza hanno meno probabilità di farlo. I ricercatori hanno fondato le loro conclusioni sull’analisi della General Social Survey, un’indagine rappresentativa a livello nazionale sull’opinione pubblica svolta negli Stati Uniti. Ovviamente occorre dimostrare la tesi ed in questo caso i ricercatori hanno dimostrato che le persone intelligenti sanno come giudicare il carattere dei propri interlocutori quindi stabiliscono rapporti di fiducia con persone di cui pensano possano fidarsi, e nel valutare le situazioni che ne conseguono
L’autore principale dello studio, Noah Carl, del Dipartimento di Sociologia del Università di Oxford, ha detto: “L’intelligenza si mostra legata alla fiducia negli altri, anche dopo aver preso in considerazione fattori quali stato civile, istruzione e reddito. Questa scoperta supporta ciò che altri ricercatori hanno sostenuto, e cioè che essere un buon giudice del carattere è una parte distinta dell’intelligenza umana sviluppata attraverso la selezione naturale”.
Lo studio sulla fiducia pare piuttosto importante in quanto la fiducia sociale contribuisce al successo di importanti istituzioni sociali, come i sistemi di welfare e i mercati finanziari.
Noah Carl ha detto questo “Questa scoperta supporta ciò che altri ricercatori hanno sostenuto, e cioè che essere un buon giudice del carattere è una parte distinta dell’intelligenza umana sviluppata attraverso la selezione naturale. Tuttavia, ci sono altre possibili interpretazioni delle prove e sono necessarie ulteriori ricerche per risolverle “.
Il professore Billari, Dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford, ha dichiarato che “le persone che si fidano degli altri sembrano riportare una salute migliore e una maggiore felicità”.
Lo studio della fiducia sociale, quindi, ha implicazioni più ampie in termini di salute pubblica, politica governativa e bontà privata; e se poi aggiungiamo a tutto ciò i rapporti sentimentali, quelli messi in gioco, sempre basati appunto sulla costruzione di rapporti di coppia, luogo in cui gestire la fiducia e costruirla è impegnativo: la quantità di fiducia che si sviluppa in una relazione è cruciale perché regola la misura in cui le persone si lasciano impegnare e investire in quella relazione. Cioè, le persone correranno il rischio di prendersi cura e attaccarsi a qualcuno che credono ricambi i loro affetti.
L’incertezza e l’insicurezza possono far sì che le persone si ritirino o aumentino la loro distanza psicologica dal partner, un comportamento autoprotettivo che riduce il rischio di essere feriti e delusi, ma anche il rischio di essere felici.
Personalmente ogni volta che mi interrogo sulla fiducia mi vien da canticchiare la canzone di Jovanotti “mi fido di te, cosa sei disposto a perdere”. Mi fido di te e mi fido di me
Antonella Tancredi