Bisogna sforzarsi ad uscire da un individualismo che ci perseguita, recuperare un po’ di pazienza annullata da tempo da un modo di vivere frenetico e spesso vuoto
Avete mai pensato come è difficile trovare un nuovo amico? Non c’è tempo, non c’è voglia di conoscere meglio qualcuno. Tutto si concentra su che cosa si condivide con questa persona di solito. Un progetto di lavoro, una passione sportiva, un’attività sociale.
Raramente, quasi mai si approfondisce, ci si scansiona l’uno con l’altro alla ricerca di qualcosa magari molto nascosto da tirar fuori su cui scambiarsi un’idea, un consiglio. I Paesi anglosassoni hanno risolto da tempo il problema. Ci sono gli analisti, gli psicoterapeuti o come preferite chiamarli. Persone che, ben pagate, dedicano un po’ del loro tempo ad ascoltare, spesso solo ad ascoltare, chi ha bisogno di parlare, di sfogarsi, di tirar fuori…
Quindi una cosa complicata, dispendiosa, lontana dal nostro modo di spendere i soldi.
Cosa ci rimane? I vecchi amici? Quelli conosciuti molti anni prima a scuola o all’università, quelli con cui abbiamo condiviso le prime uscite con le ragazze, le prime sigarette, una canna o un primo viaggio con i soldi contati. No, non sono loro la soluzione.
Erano tempi diversi. Noi eravamo diversi meglio o peggio di adesso, i ricordi erano pochi e il futuro infinito.
Quando ne incontriamo per caso qualcuno è quasi sempre una delusione. Bisogna sforzarsi ad uscire da un individualismo che ci perseguita, recuperare un po’ di pazienza annullata da tempo da un modo di vivere frenetico e spesso vuoto.
Ogni tanto mi capita, con le persone con cui lavoro, di provare a condividere un pensiero più profondo. La reazione spesso è di stupore, anche di fastidio di dover uscire da schemi di parole, di concetti in cui si è allenati a destreggiarsi, in cui ci si sente sicuri.
Vorremmo che questa vita ci regalasse sempre qualcosa di nuovo ma dobbiamo meritarcelo, spesso ci accontentiamo di noi stessi non cercando di allargare i nostri limiti, semplicemente non rischiamo.
E basta con questo modo di pensare!
Possibile che neanche un virus micidiale ed una vicinissima guerra ci fanno riflettere sull’importanza che ha il tempo? Che non bisogna perderlo accontentandoci, ma usare ogni attimo per sviluppare una curiosità e provare a “volare”, ad andare oltre, a metterci in gioco anche a rischio di scontentare qualcuno, di non piacere a tutti…
Raimondo Astarita