Breve analisi dei possibili sviluppi geostrategici per il nostro paese e per l’Europa

Se torniamo indietro all’estate del 2021 ci possiamo facilmente rendere conto che la crisi afghana ha segnato uno spartiacque nella politica internazionale e ha rimescolato le carte sul tavolo mondiale. I paesi del mondo, dopo aver preso coscienza di quanto accaduto, sembrano aver fatto i propri conti e aver ridisegnato la propria strategia politica.

L’attenzione quindi si è spostata dall’Asia centrale verso il Pacifico. Australia, Stati Uniti e Regno Unito infatti hanno firmato un patto di sicurezza, suscitando le ire della Repubblica Popolare Cinese e lasciando sorpresi soprattutto i paesi del Patto Atlantico. Joe Biden quindi, impaurito di perdere gli alleati europei, ma allo stesso tempo agguerrito nel perseguire il suo intento di contrastare la Cina, aveva provato a ricucire i rapporti con i firmatari abbandonati, Francia e Italia.

Fonte: Università Aperta

Mentre la Francia, dopo le rassicurazioni americane, sembrava aver risanato la “coltellata alla schiena”, usando le parole del ministro degli esteri di allora Jean-Yves Le Drian, inferta dagli Stati Uniti, l’Italia sembrava ancora incerta. Tale indecisione però avrebbe potuto lasciare spazio ad un protagonismo italiano, avallato anche dall’alto profilo di Mario Draghi in Europa e nel mondo, allora Presidente del Consiglio, ma nella realtà tutto ciò non avvenne.

Se infatti l’intento di creare un esercito europeo, avanzato a più riprese dagli osservatori e ritornato negli ultimi mesi di stringente attualità dopo gli ultimi sviluppi della tragedia ucraina, fosse stato portato avanti dall’Italia e dagli altri paesi guida dell’Unione, avrebbe potuto trasformarsi in una operazione in grado di aumentare la credibilità del potere alternativo europeo rispetto a quello americano e a quello cinese.

I tempi sarebbero maturi per far sì che l’Italia e poi l’Europa tutta interrompa l’atteggiamento di dipendenza dagli Stati Uniti, creando un equilibrio tra mantenimento dell’alleanza atlantica ed esigenze europee di autonomia.

Senz’altro è troppo presto per delineare una leadership italiana sul piano della difesa in ambito europeo, data anche l’incertezza sulla futura politica estera della Germania, appena uscita dalle elezioni, ma nondimeno il rafforzamento della linea di autonomia dagli Stati Uniti che stiamo tentando di perseguire si potrebbe rivelare vincente.

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