Cosedil, una S.p.A. che con i suoi cantieri attivi in Italia e all’estero rappresenta circa 450 posti di lavoro e procede a gonfie vele nelle mani dei figli del fondatore
La passione per i libri non l’ha mai abbandonato ed è stata come una linfa vitale corsa via di pari passo con la sua professione d’imprenditore illuminato. Andrea Vecchio, nato 85 anni fa a Santa Venerina, in provincia di Catania, ha fondato l’impresa di costruzioni civili e industriali Cosedil che proprio in questi giorni ha celebrato i suoi primi sessant’anni di attività.
Oggi Cosedil è una S.p.A. che con i suoi cantieri attivi in Italia e all’estero rappresenta circa 450 posti di lavoro e procede a gonfie vele nelle mani dei figli del fondatore: Gaetano Vecchio (amministratore delegato) e sua sorella Silvia (ingegnere). Il terzo figlio Salvatore, che è il più giovane, gestisce alcune attività in proprio.

Andrea vecchio e i suoi tre figli – Fonte: Cosedil S.p.A.
Perché abbiamo detto che Andrea Vecchio è un imprenditore illuminato? Bisogna spiegarlo bene. Come tutti sanno o intuiscono il mondo dell’edilizia, soprattutto in una terra come la Sicilia, e non solo, ha sempre avuto delle dinamiche correlate agli ambienti della cattiva politica e spesso anche della cosiddetta Tangentopoli di non lontana memoria. Andrea Vecchio, come racconta lui stesso attraverso la penna di Edoardo Nesi (vincitore del Premio Strega nel 2011) nel libro celebrativo C’era un futuro che non finiva mai, realizzato per i sessant’anni della Cosedil, spiega: “C’era questo malcostume infame. I miei concorrenti pagavano le tangenti ai funzionari per ottenere gli appalti e così facendo se li prendevano tutti loro. E poi però quando ottenevano i lavori non avevano alcun interesse a finirli, ma solo di aspettare l’arrivo dei finanziamenti. E’ per questo che in Sicilia c’erano, e ci sono ancora, tante opere incompiute. Io invece ho raschiato il fondo del barile, mi sono preso le cose che restavano incompiute e che non erano appetibili per gli altri”.

Il libro per i 60 anni di attività – Fonte: Cosedil S.p.A.
Mentre costruiva la sua Cosedil Andrea Vecchio ne ha viste di tutti i colori. Macchinari dei suoi cantieri che andavano a fuoco perché si era rifiutato di pagare le tangenti, minacce alla sua persona che l’hanno costretto a munirsi di una scorta, tentativi di intimidirlo andati però a vuoto grazie alla sua determinazione a non cedere alla disonestà. Come ha fatto a resistere? Lo spiega lui stesso: “Ho trovato nella scrittura uno sfogo. E pensare che io sono dislessico. Alle elementari scoprii di avere grosse difficoltà a leggere e scrivere, non riuscivo a mettere in maniera ordinata i miei pensieri. Ma trovai un aiuto fondamentale nel mio maestro che era anche il bibliotecario della scuola. Lui mi insegnò a mitigare la dislessia e da allora più leggevo e più capivo, più capivo e più imparavo tante cose. Ecco perché ho costretto i miei figli a fare il liceo classico, anche contro la loro volontà”.

Andrea Vecchio fondatore della Cosedil – Fonte: Cosedil S.p.A.
Credendo illusoriamente di poter cambiare alcune cose del sistema, dando il suo contributo d’imprenditore, Andrea Vecchio è entrato in politica attiva con Scelta Civica. Eletto in qualità di deputato dal 2013 al 2016 è confluito poi nel gruppo misto (fino al 2018). E’ stato anche componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie nella stessa XVII legislatura (con presidente di Commissione Rosy Bindi). Ha inoltre ricoperto alcuni incarichi nella Regione Siciliana e anche nell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili).
Della sua esperienza come deputato Andrea Vecchio dice: “Non sopportavo le procedure bizantine dell’attività parlamentare. L’ininterrotto discutere e discutere su minuzie procedurali, cui seguivano pause estenuanti come se ci fosse bisogno di riposarsi dall’essere stati seduti per ore ad ascoltare ed ogni tanto pigiare bottoni. L’importo che percepivo in busta paga mi sembrava oltraggiosamente alto, vedendo tutto quello spreco che si srotolava intorno. Non riuscivo a darmi pace delle dimensioni dell’apparato, fatto di commessi, impiegati e dirigenti della Camera in rapporto all’esiguità dei compiti che erano portati a svolgere. Mi resi conto, quindi, con grande amarezza che nulla avrei potuto fare io per aiutare il mio Paese a rialzare la testa. Ero nel luogo dove si prendevano le decisioni, ma in realtà non potevo decidere niente”.
L’imprenditore antiracket come spesso viene definito è di certo anche un personaggio, al punto che si interessò di lui perfino il grande scrittore siciliano Andrea Camilleri e qui torniamo al discorso della scrittura.

Le “ricette” con la prefazione di Andrea Camilleri – Fonte: Cosedil S.p.A.
Con il libro Ricette di legalità del 2009 Andrea Vecchio ha saputo superare le delusioni e i brutti momenti della sua carriera con la positività del quotidiano che si esprime in cucina, preparando manicaretti conviviali per familiari e amici. Un momento di tregua in anni di battaglie. Nella prefazione, Andrea Camilleri spiega divinamente questa dote dell’imprenditore: “Caro Andrea Vecchio, mi è capitata col suo libro una cosa che raramente mi succede e cioè quella di leggerlo da cima a fondo senza fare una pausa malgrado che le condizioni della mia vista m’impediscono simili exploit. Dal suo libro traspaiono con chiarezza due sue caratteristiche personali: l’amore per la cucina siciliana e la sua grande dignità umana. Perché credo sinceramente che abbassarsi a pagare il pizzo sia prima di tutto una sorta di abdicazione alla propria dignità umana, poi ma molto più indietro, vengono il danno economico e il rischio di subire la vendetta. La lezione che si ricava dal suo libro mi pare esemplare. Lei non ha chinato la testa, ha avuto sempre fiducia nella legge. Non si è mai sottratto a questa regola di vita nemmeno dopo gli attentati e gli incendi e alla fine ha vinto, potendo così mangiare con una certa soddisfazione le meravigliose pietanze che sa preparare. Ha scritto un libro veramente originale e il contenuto risponde pienamente al titolo. Lei non ha cucinato solo broccoli, funghi e alici: lei ha fatto friggere in padella anche la mafia. Complimenti!”.
Daniela Binello