Un vergognoso silenzio che dovrebbe lasciare posto a importanti ed incisive grida di protesta
31 anni, 10 figli (che a breve diventeranno 11) e la prima denuncia per furto presa quando era ancora una bambina undicenne. Ana Zahirovic, è sicuramente colei che, tra le rom, meriterebbe la targa del ‘Guinness dei primati’ per il suo trascorso che, tra le informazioni sopra citate, vanta anche 150 arresti. La cifra tonda è giunta due giorni fa. Ma, come nei fermi precedenti, anche questa volta le porte delle patrie galere sono rimaste chiuse per la giovane ladra. La condanna a otto mesi, dunque, è stata scritta nei verbali della Giustizia ma non ha preso concretamente alcuna forma. La Zahirovic ha un debito con la Legge traducibile in trent’anni di carcere. E sono state proprio le gravidanze a tutelarne la libertà. La rom vive nel campo di Castel Romano, area nota alle Forze dell’Ordine per essere uno dei fulcri della delinquenza capitolina. Questa volta i Carabinieri hanno ‘pizzicato’ Ana in pieno centro, a piazza Navona, mentre era nel pieno esercizio delle sue funzioni, intenta a sfilare un portafoglio dalla tasca di un malcapitato passante. Fortunatamente per quest’ultimo il furto non è andato a buon fine ma solo per un puro caso.
Fonte: Il Mattino
Portata al tribunale di piazzale Clodio per la convalida dell’arresto la trentunenne ha semplicemente risposto al giudice: “Chiedo scusa per quello che ho fatto. Ho sbagliato e sono disponibile a pagare un risarcimento”. Dopo aver raccontato di essere incinta di tre mesi, ha patteggiato una pena di 8 mesi con 200 euro di multa ed è subito tornata in libertà. Il giudice ha disposto l’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria ma non gli arresti domiciliari. Secondo le ricostruzioni, Ana Zahirovic è diventata ‘famosa’ tra le Donne e gli Uomini che indossano la Divisa non solo a Roma ma anche a Milano e Brescia.
Questo episodio di cronaca apre la strada a più di qualche interrogativo: intanto cominciamo col chiederci se sia normale che una donna di 31 anni possa avere 11 figli. E ancora, chi è il padre di questi bambini? E come si può etichettare un essere vivente che manda la propria donna a rubare e la mette incinta consapevole che, in questo modo, per lei le porte del carcere non si apriranno mai? Questi figli, davanti ad esempi così negativi, potranno mai ‘sposare’ l’idea di vivere una vita fatta di legalità, di un onesto lavoro e di rispetto verso il prossimo?
In questa bizzarra Nazione assistiamo a tanti cortei di femministe che, spesso, scendono in strada per manifestazioni ridicole. Ecco, sarebbe bello se il silenzio che questa vicenda ha suscitato proprio tra coloro che dicono di difendere la Donna, lasciasse posto a importanti ed incisive grida di protesta. Ana Zahirovic, anche se ladra, resta pur sempre una donna. E se si vuol dare credibilità a certe battaglie, bisogna incominciare con l’essere coerenti e condannare chi usa una persona di sesso femminile come un bancomat per fare soldi. I campi zingari sono pieni di Ane Zahirovic che vengono mandate in centro a rubare con bambini che dovrebbero stare a scuola o in ambienti protetti anziché buttati in mezzo a una strada con ogni tipo di clima.
Ma, ovviamente, scendere in piazza per manifestazioni di questo genere è scomodo e razzista, almeno per una certa ideologia. Molto meglio continuare a fare girotondi, a tagliarsi ciocche di capelli o a postare foto di scarpe rosse, gabellando il tutto come atto di protesta e di grande coraggio.
Vergogna!
Stefano Boeris