La pace si costruisce con il dialogo e costa tanta, tanta fatica ma è l’unico modo per cercare soluzioni che non siano propaganda senza senso e che comunque, non porta mai risultati concreti

Il periodo che stiamo vivendo è tra i più turbolenti mai vissuti in questi ultimi 50 anni. Mai si erano affacciati vicino a noi guerre così aspre e violente, mai come adesso, alla riflessione e al confronto e’ subentrata la faziosità e lo scontro tra tifoseria.

Nei programmi televisivi neanche si ascoltano più le posizioni sui vari temi, tanto si sa che si contrappongono tesi distanti anni luce e, tra un urlo e l’altro, si ascoltano dati, anche ufficiali, che non vengono presi per buoni e vengono girati allo scopo di argomentare le proprie ragioni. Ma secondo voi, è mai possibile che non ci sia mai un argomento che non venga mai criticato, è mai possibile che anche su temi che devono trovare una unità generale, come la lotta alla mafia, la sicurezza, invece che unità d’intenti, si litighi senza sosta. Che Paese è diventata l’Italia?

Sembra che ormai sia un gioco utile solo per mostrare i muscoli, per far valere la ragione dei numeri o del potere, senza pensare che l’Italia è un Paese che, anche a discapito di uno sviluppo molto più lento degli altri paesi occidentali, ha tenuto come bene prezioso l’idea di condividere gli elementi di alcune scelte, senza mortificare l’avversario.

Sicuramente l’avvento del maggioritario ha amplificato questa modalità di comportamento facendo emergere più che la ricerca di soluzioni, la forza delle tifoserie. Ha governato per anni la sinistra, e nei posti di comando erano collocati gli amici della sinistra, ovunque e sempre. Governa ora la destra e la pratica è sempre la stessa, in questo caso con qualche amnesia di troppo da parte di chi oggi accusa la Meloni di occupare tutto l’occupabile, dimenticando la stessa brutalità con cui è stato gestito il potere. VI ricorda qualcosa Telekabul, Santoro, Lerner, per citare un po’ d’informazione militante che per anni ha occupato la Rai?

Così fan tutti, e con questo criterio si continua in questa pratica di occupazione del potere, che ormai rende poco credibile la politica italiana e, al di là della stanchezza da parte dei cittadini di ascoltare parole in libertà , il risultato è l’astensione sempre crescente dei cittadini.

Nel mondo, oggi più che mai, la democrazia è minacciata dalle concentrazioni di capitali che ormai sono diventati feudi per controllare la vita delle persone e per controllare la comunicazione, tradizionale e digitale. È un pericolo sottovalutato negli anni e che ora vede la sua massima espressione e sintesi in Musk, potentissimo supporter di Trump, che da solo può controllare e influire sulle scelte dei cittadini.

E qui sta il solenne monito del Presidente Mattarella che invoca il dialogo tra le parti ma che segnala con preoccupazione crescente il pericolo di una democrazia minata dalla invadenza dei tecno capitalisti. Mattarella la chiama come la progressiva privatizzazione del potere pubblico, una sorta di pericoloso esproprio di democrazia da parte delle potenze finanziarie.

Fonte: Avvenire

Il Presidente prefigura una desertificazione del tessuto civile che potrebbe lasciare spazio a pericolose avventure. L’invito è al dialogo, ad una forte unità interna e a non dividersi su questioni strategiche, per difendere la democrazia dagli usurpatori di sovranità. Il pericolo all’orizzonte è il potere delle aziende over The top, che possono tutto, senza regole e senza scrupoli, saccheggiando i dati sensibili a loro uso e consumo.

Il monito di Mattarella fa il paio con quanto Papa Francesco dice ormai da tempo. Ritrovare il dialogo, cercare di trovare la pace giusta che non premi mai l’invasore e l’usurpatore senza mai umiliare le parti in campo. La pace si costruisce con il dialogo e costa tanta, tanta fatica ma è l’unico modo per cercare soluzioni che non siano propaganda senza senso e che comunque, non porta mai risultati concreti.

In questo scenario di fine anno, dove autorità di grande profilo come Mattarella e Papa Francesco, invocano dialogo, misura e responsabilità, nel nostro circo della politica regna confusione e polemica. Come già sottolineato tante volte, i dati economici dell’Italia non sono male, anzi, tra i paesi europei possiamo dire con soddisfazione che, nonostante una innegabile crisi generale, stiamo meglio di Germania e Francia, da sempre più solidi di noi. Nonostante le difficoltà e gli errori del passato l’Italia regge e le prospettive non sono catastrofiche come alcuni vogliono raccontare. Rimane il grave problema degli stipendi troppo bassi, cosa segnalata anche recentemente da Mario Draghi che ha ricordato che questo sistema così non può più reggere.

Fonte: Avvenire

Mentre usciamo in Parlamento si fanno le nottate per approvare una legge di Bilancio nei termini di legge. Pare che sarà una finanziaria non restrittiva che metterà nelle tasche del ceto medio, un segnale importante di recupero del tenore di vita. Vedremo se agli annunci seguiranno fatti concreti.
Per quanto ci riguarda mi permetto di omettere il racconto di polemiche da cortile dei nostri politici e ci limitiamo a fare gli auguri a chi ci governa , per fare di più per i cittadini e a chi fa opposizione ,di evitare di finire nel tanto peggio tanto meglio, che non porta né voti, né il bene degli italiani.

Infine, cari amici del Corriere, tanti cari auguri per trascorrere serene festività nel calore famigliare, nella speranza di nuovo anno che, anche noi, responsabilmente, dobbiamo conquistarci.

FRANGES

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