Il mondo dovrà fare i conti con lui, personaggio molto controverso, con idee tutte rivolte al potenziamento degli Stati Uniti specialmente in campo economico
Ha vinto Trump, in modo netto, senza lasciare equivoci, come accadde quando superò la Clinton, solo grazie al meccanismo elettorale americano che non premia chi prende più voti.
Il mondo dovrà fare i conti con lui, personaggio molto complicato, con idee tutte rivolte al potenziamento degli Stati Uniti specialmente in campo economico. Dai primi passi, si capisce che sarà un governo molto conservatore, specialmente nei diritti civili e le persone scelte per ricoprire incarichi importanti, esprimono le posizioni più conservatrici, al limite del reazionario. Ma sarebbe sbagliato giudicare Trump, senza vederlo all’opera. Vedremo come saprà rimpatriare 11 milioni di immigrati clandestini e come saprà essere portatore di pace, nei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, così come ha promesso.
Molto probabilmente sarà l’Europa ad avere i contraccolpi più importanti. Non è una novità che Trump consideri il nostro Continente un qualcosa su cui non investire più di tanto e questo vorrà significare soprattutto una doverosa crescita politica dell’Europa, ad oggi non pervenuta in nessuna crisi che il Mondo sta affrontando. Siamo impalpabili e stiamo diventando un po’ come l’ONU, una poderosa e macchinosa macchina burocratica, che non serve praticamente a nulla. Non c’è molto tempo per battere un colpo, e sarebbe ora di finirla con le snervanti alchimie politiche per trovare soluzioni utili per un nuovo protagonismo europeo.
Intanto che si chiacchiera Putin risponde picche a qualsiasi ipotesi di trattativa e, anzi, risponde con bombardamenti sempre più pesanti, contro la popolazione civile. Popolazione civile ucraina che agli occhi del mondo evidentemente non merita la mobilitazione di massa che, invece si riscontra sui morti civili di Gaza. Il pacifismo mondiale evidentemente considera i morti ucraini degni di meno rispetto di quelli palestinesi. Ma così va il mondo.
Fonte: Adnkronos
Nella nostra Italia, un bordino caldo per il centrosinistra che dopo la scoppola subita in Liguria, si afferma nettamente in Emilia-Romagna e in Umbria. Quindi una bella iniezione di entusiasmo con la inevitabile ripresa dei tentativi per costruire una coalizione capace di contendere il Governo alla Meloni.
La differenza tra centrodestra e centrosinistra è sempre la stessa. Nel centrodestra, le differenze che esistono, trovano sintesi ed equilibrio in prossimità del voto, mentre nel centro sinistra, la variegata posizione su troppi problemi, non riesce a trovare la compattezza necessaria.
La cronaca ci racconta di un Governo che abbassa l’IRPEF, mettendo più soldi nelle buste paga dei ceti a basso reddito, che cerca di aiutare la classe media, insomma si narra di un Governo che ottiene risultati in campo economico e occupazionale. Di contro l’opposizione nega qualsiasi miglioramento. Anzi, oltre agli appelli ossessivi sul pericolo democratico che proviene dal Governo, si nega qualsiasi miglioramento nel Paese. Nonostante il criminale sperpero di risorse voluto da Conte con il Bonus edilizio, si è riusciti a portare a casa una legge di Bilancio non restrittiva, quindi, senza chiamare i cittadini a ennesimi sacrifici. Anche qui permettetemi qualche perplessità sullo Sciopero Generale indetto da CGIL e UIL, in cui addirittura si invoca la ribellione popolare. Mi aspetterei più pacatezza dal Segretario Generale della CGIL, quando esorta la piazza alla ribellione. Sono brutti film, peraltro già visti e che non hanno portato niente di buono.
Due parole su Roma. Qualche giorno fa il Sindaco Gualtieri ha fatto il punto sull’anno trascorso e ha annunciato che molti dei lavori che stanno inguaiando non poco la vita dei romani, termineranno nei tempi previsti e che quindi si potrà aprire il Giubileo, con la quasi totalità dei cantieri chiusi. Sarebbe un bel colpo per il Sindaco e sarebbe un bel sollievo per i romani che in questi ultimi due anni hanno subito tanti disagi.
Prepariamoci al Santo Natale sperando in un qualcosa di nuovo e risoluto per frenare la piaga dei femminicidi, delle morti sul lavoro e di tanta intolleranza, che non era certo una cifra del carattere degli italiani. Speriamo in una rinascita anche culturale che è sempre la premessa per il progresso di un Paese.
FRANGES