Dopo dieci anni, il primo teatro d’acque di Roma sarà riaperto al pubblico e accessibile ai visitatori con ridotta capacità motoria
Dopo dieci anni di chiusura ha riaperto in questi giorni al pubblico il Ninfeo di Villa Giulia, cuore dei giardini della elegante residenza che fu di Papa Giulio III (1487-1555) negli ultimi anni del suo pontificato.
Il Ninfeo, progettato dall’architetto e scultore Bartolomeo Ammannati, è stato il primo teatro d’acque di Roma ed è uno degli spazi più suggestivi della Villa. Era stato voluto dal Papa per stupire e accogliere i suoi ospiti durante i ricevimenti nei mesi estivi. I giochi d’acqua erano davvero scenografici già a quei tempi e per la loro realizzazione vennero sfruttati dei canali sotterranei dell’Acquedotto Vergine, lo stesso che porta l’acqua alla Fontana di Trevi.
Disposto su tre livelli di logge coperte e decorate con statue di marmo e balaustre, il teatro delle acque è costruito intorno ad una fontana centrale ed è ricchissimo di statue e stucchi ornamentali. Dalla Loggia al piano superiore, dalla quale sarà finalmente possibile scendere lungo le rampe di accesso, costeggiando le splendide sorgenti, si arriva ai lati del Ninfeo, dove ci sono due grandi nicchie con fontane che simboleggiano il Tevere con la lupa, e l’Arno con il leone, omaggio alle origini toscane del papa. Le personificazioni dei fiumi sono due imponenti figure sedute su un fianco in maniera simmetrica e sullo sfondo dietro di loro spiccano decorazioni in stucco raffiguranti fiori e piante di vario tipo. Nel livello inferiore, otto eleganti e delicate statue di Cariatidi sono alla base dell’emiciclo e sembrano sorreggere la balconata di marmo travertino, mentre sul pavimento al centro campeggia il grande mosaico dedicato a Tritone.
Fonte: Museo Etrusco di Villa Giulia
Un’importante novità è l’accessibilità per le persone con ridotta capacità motoria, che potranno usufruire di un nuovo impianto servoscale per permettere a tutti di ammirare da vicino il Ninfeo. L’accessibilità sarà garantita, per mezzo di una pedana di raccordo, anche alla Sala dello Zodiaco, decorata con magnifici affreschi del Cinquecento sul tema del susseguirsi del tempo e delle stagioni.
A breve inizierà un grande progetto di restauro conservativo e di manutenzione programmata per quattro anni, perché, dopo il restauro e la riapertura, sia mantenuto e salvaguardato un così importante capolavoro del nostro patrimonio culturale. Dallo studio delle antiche tubature agli interventi sulle statue e i mosaici, verrà ripristinato l’antico splendore dei marmi policromi e saranno riattivate le bellissime fontane. Sarà inoltre organizzato un cantiere a vista per permettere anche ai visitatori di osservare i lavori di manutenzione e restauro.
Fonte: Museo Etrusco di Villa Giulia
Il Ninfeo è il cuore di Villa Giulia, che da residenza estiva del pontefice da cui prese il nome negli anni tra il 1550 ed il 1555, passò poi allo Stato italiano con la presa di Roma del 1870, per divenire infine sede del Museo nazionale Etrusco. È un magnifico esempio di villa rinascimentale inserita in una piccola valle, che dai monti Parioli arriva al Tevere. Era stata progettata e realizzata dai più grandi artisti dell’epoca: gli architetti Giorgio Vasari, Jacopo Barozzi da Vignola e Bartolomeo Ammannati, con la supervisione di Michelangelo. Un tempo era circondata da vigne, oggi è sede del Museo Nazionale Etrusco e custodisce innumerevoli testimonianze del passato e, con la riapertura del Ninfeo, l’offerta al pubblico si arricchisce ancora di più, riportando agli antichi splendori un capolavoro rinascimentale che già ai tempi di Giulio III veniva definito l’ottava meraviglia del mondo.
Laura Spadella