Presa alla sprovvista dalla scalata Unicredit, Commerzbank accusa il colpo e si lecca la ferita

La Commerzbank è la quarta banca più grande della Germania, dopo la Deutsche Bank, DZ Bank e KfW. Fondata ad Amburgo nel 1870, il suo quartier generale è a Francoforte sul Meno, nello stato federato dell’Assia. Francoforte, in altre parole, rappresenta la capitale finanziaria della Germania, ovvero il più importante snodo finanziario tedesco, dove ha sede inoltre anche la Banca Centrale Europea (Bce).

L’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, ha dunque realizzato un “colpaccio”, agendo nel più assoluto riserbo per acquisire una partecipazione al 21 per cento (che potrebbe allargarsi al 29,9 per cento) di Commerzbank. Tutto ciò a insaputa di quest’ultima, sebbene Unicredit sostenga di avere avvertito Berlino e persino il cancelliere Olaf Scholz. Secondo Commerzbank però non è vero, perché, dicono loro, non c’è stato nessun preavviso, ma soltanto considerazioni generali del tipo “siamo sempre interessati”.

Andrea Orcel, AD Unicredit – Fonte: Gallery di Unicredit

Il vertice di Commerzbank e i politici tedeschi sono sbalorditi, completamente presi di sorpresa dalla scalata della milanese Unicredit. Ma c’è un ma. Se Orcel avesse rivelato i piani di Unicredit, prima di realizzarli, la banca italiana avrebbe dovuto pagare un extra bonus per l’intero pacchetto di azioni. Quindi, in tutta evidenza, Orcel ha fatto risparmiare a Unicredit un sacco di soldi e, intendiamoci bene, in modo del tutto legale, attraverso un’asta ordinaria per uno stock senza precedenti.

In Germania adesso, oltre al fastidio per il fatto che il goal sia targato Italia, c’è il timore che due persone su tre che lavorano per Commerzbank dovranno andarsene. Infatti, se Unicredit si dovesse comportare come in passato ha fatto con HypoVereinsbank (HVB), che ora si chiama Unicredit Hypovereinsbank, svuotando di fatto la filiale di Monaco di Baviera, dal punto di vista dei posti di lavoro si preannunciano dolori anche per Commerzbank. 

Il Rapporto sul futuro dell’Unione Europea che aveva illustrato Mario Draghi lo scorso 9 settembre ha dedicato ampio spazio all’idea di una nuova architettura finanziaria europea, presagendo nuovi investimenti per l’intera economia dell’Ue e delle banche, nel perimetro di un’Unione Bancaria e Finanziaria che dovrebbe agevolare i grandi investimenti per la crescita e per una maggiore prosperità.

In Germania, che non attraversa di certo un bel momento né finanziario né politico, esiste il fondato timore di nuovi debiti per l’intera Ue e di conseguenza di possibili rischi che potrebbero risultare fuori controllo. I tedeschi hanno sempre dato priorità alla stabilità, ecco perché in un certo senso appaiono bloccati sui vecchi asset, come le loro storiche ma robuste Industrie del settore automobilistico e chimico, prendendo le distanze dalle tecnologie troppo moderne o ancora in fase sperimentale. Il grande successo tedesco del passato poggiava su tre pilastri: le spese per la difesa erano pagate dagli americani, le materie prime erano fornite a prezzi bassi dalla Russia, le esportazioni avevano come punto di riferimento la Cina. Tre pilastri che non ci sono più e che non ci saranno nemmeno in futuro.

Il takeover (acquisizione) di Commerzbank da parte di Unicredit non può essere bloccato dalla Bce. Abbiamo già detto che la mossa di Unicredit rientra nel solco del lecito. Non esistono infatti limiti legali per una banca internazionale come Unicredit, ormai abbastanza grande e potente da aggiungere Commerzbank al suo portafoglio. Per reagire con una contromossa Commerzbank, per ipotesi, dovrebbe comprare una quota consistente, in modo da rendere il takeover di Unicredit molto meno conveniente. Ma per farlo avrebbe bisogno di molti soldi che evidentemente non ha.

Unicredit-Commerzbank – Fonte:  Sito internet di Benzinga Italia

Il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, nato a Roma 61 anni fa da padre siciliano e madre tosco-francese, è al momento il gladiatore vittorioso di questa partita. Ecco il suo commento: “Si tratta di un equilibrio tra le radici italiane e la trasformazione in un vero gruppo federale e paneuropeo, così come anche l’Europa deve trovare un equilibrio tra identità nazionale e unità continentale”.

Mario Baldassarri, già viceministro dell’Economia dal 2001 al 2006, giudica il caso Unicredit-Commerzbank come la punta di un iceberg, cioè un segnale che c’è qualcosa che non va e che andrebbe radicalmente cambiato. Il governo italiano non è intervenuto nella vicenda, mentre il governo tedesco sì. Il cancelliere Olaf Scholz, che ha parlato al telefono con Giorgia Meloni, si è comportato come il marchese del Grillo, afferma Baldassarri, parlando di “operazione ostile”, salvo poi correre ai ripari e far rettificare la sua reazione a caldo dal suo portavoce con queste parole: “Ostilità da Unicredit, non dallo Stato italiano”.

Daniela BLU

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