La corte internazionale alle prese con i conflitti in corso

La Corte Internazionale di Giustizia, nota anche come Tribunale Internazionale dell’Aja (Paesi Bassi), è l’organo guida delle Nazioni Unite in tema giudiziario, istituito nel 1945 a seguito della firma della Carta di San Francisco. Tra le sue funzioni – stabilite dalla Carta – la CIG ha due competenze principali: contenziosa, in riferimento alle controversie internazionali, e consultiva, formulando pareri richiesti da parte di organi ben determinati. A tal proposito, secondo l’art. 96 della Carta, sono l’Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza che possono chiedere alla CIG un qualsiasi parere giuridico.

La Corte, per di più, gode di una propria autonomia, potendo istituire in qualsiasi momento una sezione per trattare un caso specifico; giudici, successivamente, nominati dalla Corte e con l’assenso delle parti. È, infine, un tribunale permanente chiamato a giudicare individui statali e privati, grazie ai suoi 15 giudici ognuno di nazionalità diversa, rieleggibile e in mandato per 9 anni. Dal 2014, l’Italia ha deciso di accettare formalmente la giurisdizione della Corte come obbligatoria per le materie stabilite dall’art. 36 paragrafo 2 della Carta istitutiva; su qualsivoglia questione di diritto internazionale o, ad esempio, sull’interpretazione dei trattati, l’Italia riconosce le decisioni della CIG come predominanti e obbligatorie. Ciononostante, la Corte costituzionale italiana mantiene e salda la sua posizione cardine nel diritto nazionale, laddove – soprattutto – le consuetudini internazionali hanno mostrato di poter andare in contrasto con i principi fondamentali del diritto italiano (tra tutti, l’immunità assoluta della giurisdizione degli Stati esteri).

Fonte: RaiNews

La Corte è tornata di attualità a causa del conflitto in Medio Oriente, dopo essere stata evocata a più riprese a causa di quello ucraino.

I principali leaders di entrambi gli schieramenti coinvolti nel conflitto palestinese sono stati infatti colpiti da una richiesta di arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, seppure per ragioni e con contorni piuttosto diversi l’uno dall’altro.

I margini di manovra della Corte sono tuttavia ancora estremamente limitati a causa delle volontà dei singoli stati che non accennano a voler cedere seriamente certe competenze a organismi sovranazionali.

Alberto Fioretti

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