Rubrica a cura del Sommelier Riccardo Romano

Cari lettori, in questo appuntamento inizierò a trattare sinteticamente delle caratteristiche di alcuni vitigni tipici regionali da cui derivano vini anch’essi tipici di alcune zone d’Italia. Negroamaro e Primitivo contraddistinguono la Puglia per i vini rosati, rossi e talvolta bianchi. Il primo vitigno ha dato vita a vini rosati quanto a strutturati e longevi vini rossi contraddistinti da descrittori fruttati ed agrumati e descrittori floreali e balsamici vegetali (le note olfattive vegetali sono presenti anche nel Primitivo). Quest’ultimo vitigno nelle due versioni di Manduria tipico delle provincie di Taranto e Brindisi e quella collinare dell’Alta Murgia di Gioia del Colle ha una minore predisposizione nell’evoluzione a generare aromi terziari di speziatura ed una prevalente presenza di note fruttate anche di frutta appassita o disidratata.

Entrambi i vitigni producono dei descrittori  diversi secondo l’affinamento (in acciaio, in legno oppure in cemento) ed il territorio specifico. Il Negroamaro può risultare in blend con la Malvasia Nera apportando così le note di frutta matura e confettura. Il Primitivo deve il suo curioso nome probabilmente alle caratteristiche fasi vegetative della pianta tutte precoci, dalla maturazione al germogliamento, dalla fioritura all’invaiatura. Il vitigno viene vendemmiato già a fine agosto. In California rappresenta una delle varietà di più antica importazione, coltivato dal 1860 con il nome di Zinfandel.

Fonte: BariToday

Per molti anni il Primitivo è stato usato come vino “da taglio” per rinforzare vini del nord Italia, grazie al naturale grado alcolico elevato, al colore intenso e alla sua struttura ed al gusto  morbido. Anche il Negroamaro in passato è stato utilizzato solamente per tagliare alcuni vini del nord grazie all’elevata presenza di zucchero (anche rispetto al Primitivo) ed intenso colore ed ai tannini vellutati. Il Primitivo si abbina al meglio con piatti come barbecue, pizza ed antipasti. Il Negroamaro si abbina al meglio con primi piatti al sugo di pomodoro o con polpette, carne alla brace, formaggi stagionati, piatti, quindi, ricchi di sapore.

Fonte: Wikipedia

In generale il Primitivo in purezza è un vino rosso rubino scuro mentre il Negroamaro in purezza ha un colore viola scuro  anche se non mancano esempi di vini Negroamaro vinificati in bianco. Le viti di Primitivo e Negroamaro sono spesso allevate ad alberello come da antica tradizione originaria dell’antica Grecia. Si tratta di una forma di allevamento molto antica ed allo stesso tempo molto laboriosa. Le viti coltivate ad alberello hanno una produzione molto bassa ma di estrema qualità. E’ a partire dagli anni 90 e soprattutto con il nuovo millennio che i consumatori ed i vignaioli pugliesi si sono resi conto del grande valore dei due vitigni e si è iniziata una vinificazione in purezza molto attenta.

Dal 2008 in poi è iniziato un percorso di costante crescita verso la qualità e la fama e da allora sono considerate tra le varietà più apprezzate in Italia ed al mondo.

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