Come si esplica questa categoria politica e da quali cause muove?
Con paternalismo politico si intende quel complesso di politiche sociali ispirate ad un “principio autoritario” ma promotrici di “attività assistenziali” ovvero attività pensate nell’interesse della popolazione la cui vera finalità, tuttavia, è quella di “neutralizzare le istanze democratiche e rivoluzionarie delle masse popolari”. Partendo dalla definizione, possiamo dunque connotare il paternalismo come un comportamento assunto dai vertici politici, che si attivano per placare le conflittualità sociali attraverso forme di assistenza per evitare che il malcontento degli elettori si scontri con l’assetto politico in vigore.
La peculiarità di questo modus agendi è che non opera in modo trasparente, bensì maschera la sua necessità di mantenere un certo ordine sociale con l’erogazione di aiuti o, meglio, attività assistenziali. In Italia sono state e sono tutt’ora presenti forme di assistenzialismo, in particolare nelle regioni in cui la richiesta di interventi sociali ed economici è maggiore.
Fonte: Liderazgo
Disoccupazione, povertà, emarginazione sociale, immigrazione: sono i principali ambiti sociali in cui lo Stato è chiamato ad intervenire. Quando si parla di assistenzialismo si fa tuttavia riferimento ad una forma di aiuto che rende il beneficiario vincolato all’aiuto stesso, producendo un rapporto di dipendenza dallo Stato, il quale quindi permane in una posizione di controllo rispetto ad alcuni gruppi sociali.
Ciò che invece in alcuni ambiti sarebbe opportuno perseguire sono politiche sociali a lungo termine, che abbracciando la complessità dei fenomeni, propongano un piano risolutivo anziché meri assegni di sussistenza.
L’atteggiamento paternalistico ha caratterizzato forme di governo del passato e tutt’ora nelle democrazie esiste sotto molteplici forme, spesso diretta conseguenza dalla scarsa volontà di produrre un reale cambiamento sociale.
Alberto Fioretti