C’è una proporzionalità diretta tra crescita ed inflazione e, se non c’è, significa che qualcuno sta speculando. Ed è questo il caso
Ogni crisi che si rispetti, sembra essere accompagnata da una fase di ripresa, nella quale gli Stati, per rigenerare il tessuto economico e sociale delle proprie comunità, investono ingenti somme di denaro pubblico.
Quanto sta accadendo in questa fase, che forse è azzardato chiamare “post-pandemica”, ma prima o poi ci dovremo credere, non fa eccezione. Così come è azzardato parlare di “economia di guerra”, poiché lo scenario russo-ucraino, ha spostato fattori di costo su alcune, limitatissime, materie prime. Il resto è finanza, oscillazioni di borsa.
L’inflazione, di per sé, rappresenta un indicatore di crescita del mercato, perché, aumentando fattori produttivi, di ricchezza e di consumo, per mantenere un valore equidistribuito di tutte le componenti, i prezzi salgono. Ma c’è una proporzionalità diretta tra crescita ed inflazione e, se non c’è, significa che qualcuno sta speculando. Ed è questo il caso.
La crescita economica attuale non è che un semplice rimbalzo derivante dal tonfo di un’economia letteralmente bloccata per restrizioni, lockdown e timori di mercati e consumatori. Motivo per cui, il caro prezzi, davanti a salari rimasti invariati, e potere d’acquisto eroso, diventa un’arma di ricatto, con cui far scattare l’intervento dello Stato per calmierare i prezzi, per sopperire, con somme certe ed immediatamente esigibili, alle potenziali incapacità di far fronte alle spese da parte di milioni di cittadini.
L’aumento del costo dell’energia, al netto delle insufficienti politiche comunitarie e nazionali, non ha un reale fondamento, poiché i consumi di energia non sono arrivati neanche ai livelli pre-pandemia, figuriamoci a superarli. Tanto meno, il conflitto armato tra Ucraina e Russia, giustifica un aumento dei costi, poiché si continua ad immettere nel circuito le stesse quantità di gas. Ancor meno giustificabile, l’aumento del costo della benzina, su cui, anche il Ministro della transizione ecologica, con grave, incredibile ritardo, si è espresso sulla “colossale truffa ai danni dello Stato e dei cittadini”.
Arrivati a tale consapevolezza, ci attendiamo azioni decise che mirino a fissare dei tetti massimi, rafforzare leggi e normative anti-speculazione, tassare gli extra utili generati da aumenti indiscriminati, che stiamo pagando indirettamente come Stato, o direttamente in bolletta, o alla pompa della benzina.
Alberto Siculella