Presentato alla ottantesima mostra d‘arte cinematografica di Venezia il film si è aggiudicato il Leone d’Oro, ha vinto il Golden Globe come migliore film commedia, ed Emma Stone si è aggiudicata il premio come miglior attrice
Una donna si suicida, vediamo che si lascia cadere da un ponte, il suo corpo sembra perdersi nelle acque fredde del fiume. Subito dopo però, ecco che la ritroviamo dentro una grande casa, seduta a tavola con un uomo dal volto deforme che la tratta come una bambina.
Il regista greco Yorgos Lanthimos ci lancia queste prime immagini del suo nuovo film Povere creature quasi come una sfida. Ma che cosa è successo?
La donna si comporta come una neonata, un po’ fa i capricci, un po’ piange, un po’ vuole giocare. Lo scienziato Godwin Baxter, l’uomo con il quale siede a tavola ha compiuto su di lei il suo esperimento più ardito, le ha trapiantato il cervello della bimba che aveva in grembo. Ora è una bambina in un corpo adulto dunque. Godwin le dà anche un nuovo nome, Bella. La donna bambina comincia a prendere contatto con il mondo al quale è approdata e tutti gli impulsi che la vita le trasmette trovano riscontro nella miracolosa curiosità che solo un neonato può avere. Intanto intorno a lei, assieme a una badante baby-sitter e al giovane assistente del professore, si muovono gli animali più strani, un cane con la testa di un maiale, bizzarre papere e galline e altri esseri, tutti frutto degli esperimenti di Godwin.
Sembra un’allegra fattoria di mostri. Bella piano piano cresce, è piccola e deve imparare a camminare, a parlare, a confrontarsi con la realtà che la circonda. Non può uscire dalla casa, ma quella specie di prigionia che deve subire sembra più frutto della prudenza che di una insana imposizione, è una bimba e andrebbe incontro a troppi pericoli. Godwin, il suo papà è paziente e gentile e le offre tutto ciò di cui ha bisogno. Bella però è mossa dalla fame di conoscenza che hanno tutti i bambini e mal sopporta questa restrizione.
Quando diventa un po’ più autonoma decide di fuggire con l’avvocato Duncan Wedderburn, un avventuriero che la irretisce con false promesse di libertà. Godwin non si oppone, come un buon genitore capisce che la ragazza ha bisogno di avere nuove esperienze e la lascia andare. Comincia così il lungo viaggio di Bella con Duncan che la porterà da Lisbona ad Alessandria, da Marsiglia a Parigi, attraverso mondi fantastici che apriranno sempre più la mente della ragazza. Fatti gravi e avventure meravigliose, esperienze dure e altre gratificanti, tutta una vita si condensa in questo tempo di Bella e alla fine il ritorno a casa sarà la giusta conclusione del suo viaggio.
Nel film in realtà avviene molto di più, tuttavia per non rovinare la sorpresa mi sono limitato a tracciare i fatti salienti. E già perché questa ultima fatica del regista greco è fondamentalmente una grande sorpresa, un bailamme di immagini e colori che lasciano senza fiato, scenografie e costumi si fondono come i gusti di un gelato su un cono che vorresti non finisse mai. Allo stesso tempo, mentre questa orgia onirica affascina i nostri occhi, la storia ci trasporta in un turbine di pensieri che inducono a riflettere sui temi fondamentali dell’esistenza, la vita, la morte, l’amore, la meschinità, la comprensione reciproca.
Fonte: Sky TG24
E così d’un tratto capiamo che Bella, neonata e poi donna è realmente approdata a nuova vita, che tutto ciò che le accade fa parte di un percorso di libertà in cui il desiderio di conoscenza è la chiave che può accomunarci tutti. Emma Stone è Bella, sembra quasi una frase scontata, ma ovviamente stiamo parlando della sua prova attoriale e sembra quasi superfluo dire che la sua interpretazione è a dir poco straordinaria.
Grande prova anche di Willem Defoe un papà scienziato dal volto deforme che riporta al mito di Frankestin, così come il bravo Mark Ruffalo che dà il volto a Duncan Wedderburn, l’avvocato che cerca di soggiogare Bella ai suoi capricci e che alla fine verrà sopraffatto proprio dalla donna che voleva soggiogare.
La pellicola ha una storia molto lunga, quasi antica, iniziata già nel 2009, quando Lanthimos si recò in Scozia per discutere con l’autore del romanzo Alasdayr Gray, dell’acquisizione dei diritti cinematografici del libro. Quattordici anni di gestazione quindi per un’opera che rimarrà nella storia del cinema. Il resto è quasi cronaca, presentato alla ottantesima mostra d‘arte cinematografica di Venezia il film si è aggiudicato il Leone d’Oro, ha vinto il Golden Globe come migliore film commedia, ed Emma Stone si è aggiudicata il premio come miglior attrice di un film commedia.
La pellicola ha anche ottenuto riconoscimenti dal British Academy Film Awards oltre ad essere presente agli Oscar con ben undici candidature.
Chiudiamo con alcune curiosità che possono dare la misura della complessità dell’opera. Willem Dafoe prima di girare passava oltre tre ore in sala trucco, la scena del battello che porta Bella e Duncan in crociera è ricostruita con un modellino di barca lungo solo tre metri che si muove all’interno di una vasca artificiale. Per finire, la scena del ballo, senz’altro una delle più belle e significative, è stata ripetuta per ben sessanta volte, a mostrare quanto il regista cercasse sempre la perfezione in quella che crediamo sia il suo lavoro più importante.
Lello Mingione