Quella del Principe di Casa Savoia è stata un’esistenza ricca di tante opportunità ma anche di ostacoli generati, probabilmente, da un Nome che, ancora oggi, accende sentimenti contrastanti
“Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra”. Il comunicato è giunto dalla Real Casa e riguarda l’ultimo legame con la Storia del 900’, quella della Seconda Guerra Mondiale, ovvero Vittorio Emanuele IV.
Il Principe, figlio di Umberto II (ultimo Re d’Italia dal 9 maggio al 18 giugno 1946) e della Regina Maria Josè del Belgio, avrebbe compiuto 87 anni il prossimo 12 febbraio.
Fonte: Adnkronos
Una vita apparentemente felice ma che, in vero, è stata segnata sin dall’infanzia da non poche difficoltà.
Correva l’anno 1943 quando l’otto settembre, all’età di sei anni, Vittorio Emanuele fu costretto a lasciare Roma assieme a sua madre e le sorelle per via della grave situazione che il conflitto aveva tratteggiato. L’allontanamento definitivo dall’Italia venne sancito nel 1946 a seguito della vittoria (assai discussa) della Repubblica sulla Monarchia.
Le immagini di Re Umberto II che, dalla scaletta dell’aereo, saluta per sempre la sua Nazione sono entrate nella memoria di tutti quanti noi.
Fonte: Vanilla Magazine
Ebbene, Vittorio Emanuele è stato l’ultimo testimone di quel periodo. Un’esistenza trascorsa tra il Portogallo prima e la Svizzera poi sino a quando, alla fine del 2002, fu cancellata la XIII disposizione che vietava il rientro dei discendenti maschi di Casa Savoia in Italia, permettendo tanto a lui quanto a suo figlio Emanuele Filiberto di poter mettere piede sul suolo italico.
Nella sua vita svolse l’attività di intermediario finanziario, stringendo amicizie importanti con uomini d’affari e grandi industriali. La sfera privata lo vide protagonista di un lungo e assai contrastato fidanzamento durato circa tredici anni, con Marina Ricolfi Doria, ex sciatrice nautica svizzera, di origini italiane. Pur essendo di famiglia benestante (suo padre René Italo Ricolfi Doria, era industriale elvetico) la futura moglie del Principe ereditario non era ben vista da Umberto II che si oppose più volte a questo fidanzamento. Va detto che, nell’albero genealogico di Marina Doria vi è, in realtà, del sangue blu: il fondatore della famiglia fu Giovanni Ricolfi, abate, che, durante la Rivoluzione Francese, decise di dismettere gli abiti sacri per sposare, con rito civile, Geronima Angiola Maria Doria, figlia di Francesco Agostino Doria e di Teresa Sauli. La discendenza con la nobile famiglia italiana dei Doria ha, pertanto, reso Marina una nobile ma evidentemente non abbastanza nella concezione del defunto Re Umberto.
Vero è che i due ragazzi, si sposarono l’11 gennaio 1970 a Las Vegas e, religiosamente, il 7 ottobre 1971 a Teheran.
Fonte: Wikipedia
La vita di Vittorio Emanuele fu ricca di situazioni finite al centro della cronaca. Fu indagato, e poi prosciolto, per la morte di Dirk Hamer, diciannovenne tedesco ucciso in una sparatoria nel 1978 sull’isola di Cavallo, in Corsica. Nel 2017 la Cassazione stabilì che “il fatto che i giudici francesi, nel 1991, abbiano assolto Vittorio Emanuele di Savoia dall’accusa di omicidio volontario del diciannovenne tedesco Dirk Hamer non significa però che il ‘principe’ sia esente da responsabilità sotto ogni altro profilo, giacché assume pur sempre rilievo dal punto di vista civilistico ed anche etico che quella morte avvenne nel corso di una sparatoria a cui partecipò Savoia, al di fuori di ogni ipotesi di legittima difesa”.
Ancora, il nome di Vittorio Emanuele tornò a comparire nelle pagine dei vari quotidiani quando il 16 giugno 2006 il GIP Alberto Iannuzzi del Tribunale di Potenza, su richiesta del PM Henry John Woodcock, ne ordinò l’arresto con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione nell’ambito di un’indagine legata al casinò di Campione d’Italia.
Il 23 giugno 2006, in seguito ad una parziale ammissione dei fatti, venne messo agli arresti domiciliari a Roma, in una casa del quartiere Parioli dove si era trasferito con la moglie Marina Doria. Il Tribunale del Riesame di Potenza, un mese più tardi, il 20 luglio, gli revocò gli arresti domiciliari, imponendogli il solo divieto di espatrio.
E’, infine, risultato iscritto alla loggia massonica P2 di Licio Gelli con la tessera numero 1621.
Fedele alla Costituzione Italiana, alla Repubblica e al suo Presidente tanto lui quanto suo figlio Emanuele Filiberto firmarono tale giuramento rinunciando, di fatto, a qualunque pretesa dinastica sullo Stato italiano.
Fonte: Corriere.it
Fonte: Master X – IULM
Quella del Principe di Casa Savoia è stata un’esistenza ricca di tante opportunità ma anche di ostacoli generati, probabilmente, da un Nome che, ancora oggi, accende sentimenti contrastanti tra chi si dichiara filomonarchico e chi vede nella Repubblica la sola espressione di Democrazia.
Stefano Boeris