Una grande gioia che si mischia ad emozione, entusiasmo, commozione ed anche malinconia per tutto ciò che il tempo, tiranno, ci ha portato via nell’arco di questa lunga storia
Quando a settembre, dopo le vacanze estive, il nostro grafico Salvatore Tomasello, mi ha fatto notare che eravamo arrivati al numero 996 del Corriere, solo allora ho realizzato che questo importante e storico traguardo del numero mille, era ormai vicino. Troppo vicino, così da trovarmi impreparato.
Non avevo mai pensato a questo giorno, come se non potesse mai arrivare, come se fosse una meta lontana, un orizzonte sfuocato, quasi irraggiungibile.
Invece, proprio con l’inizio del nuovo anno, questo numero mille, così bello, prezioso, oserei dire magico, si stampa indelebilmente sulle pagine di questo Corriere di Roma, gennaio 2024 , dopo che, senza mai nessuna interruzione dal 1948, ogni mese accende la sua luce e conferma la sua vitalità, a dispetto del tempo che passa e della società che cambia.
Fonte: Agenda 2024 realizzata dalla Galleria d’Arte Purificato-Zero
Una grande gioia per me, che si mischia ad emozione, entusiasmo, commozione ed anche malinconia per tutto ciò che il tempo, tiranno, ci ha portato via nell’arco di questa lunga storia.
Ma soprattutto vorrei sottolineare, la gioia più grande , quella di aver portato avanti, nonostante, ostacoli e problematiche non da poco, un idea , un progetto un avventura, iniziata nel 1948, da mio papà Giuseppe Gesualdi.
Il giornale era la sua vita, la sua passione inarrestabile, il motore che ogni giorno, fino all’ultimo, lo ha fatto viaggiare, come una formula uno in un circuito autonomistico.
Tanti personaggi, tanti straordinari eventi, tanta esperienza di vita che ho avuto il privilegio di incrociare, in questi miei anni di lavoro, prima a fianco di mio padre, poi da solo a continuare il suo progetto.
Fonte: Literary.it
Fonte: YouTube
Ma mai mi sono sentito solo, ho sempre avvertito vicino a me, la “sua” figura laboriosa e appassionata, il suo sostegno affettuoso genitoriale, la sua presenza illuminante.
Vorrei ringraziare, ad una ad una, tutte le persone incontrate, che hanno collaborato, in vari modi e maniera, e che non ci sono più.
Una missione impossibile, e quindi lo farò ricordandone una, a simbolo di tutte le altre.
La storica e fedele segretaria Floriana Moretti, che terminò la sua opera in piena era di computer, svolgendo il suo lavoro , battendo con la macchina da scrivere.
Ringrazio i miei fratelli Gemma e Francesco, sempre al mio fianco, e tutti i collaboratori gli amici, gli sponsor, che permettono oggi al Corriere di Roma, ogni mese di andare in stampa, sempre più interessante e completo.
Anche qui , vorrei fare un nome a simbolo di tutti, quello del Redattore Stefano Boeris.
Ha iniziato nei primi anni 2000 la collaborazione con il giornale , prendendo subito il tesserino di giornalista.
Successivamente è sempre rimasto vicino al Corriere, con una passione e una disponibilità che ritengo straordinari.
Nei momenti difficili, che il giornale ha attraversato, senza di lui, ora probabilmente, non starei a scrivere questo articolo.
Ci sarebbe da scrivere tanto, e ancora tanto, e tanto ancora, ma mi limito a scrivere che oggi… “la storia siamo noi”!
Filippo Gesualdi