Le elezioni del 13 gennaio 2024 rappresentano la nuova pagina bianca su cui si scriverà il futuro di Taiwan
I risultati elettorali sono attesi per sabato sera 13 gennaio (tenendo presente che Taiwan è +7 ore in avanti rispetto a noi). La scelta del nuovo presidente e dei membri del Parlamento della Repubblica di Cina (ovvero Taiwan) vede contrapposti il DPP, Partito Progressista Democratico, che governa attualmente, incline a sostenere l’indipendenza dell’isola, contro il Kuomintang, il Partito nazionalista (attualmente all’opposizione),il quale ostenta un approccio più morbido verso Pechino. Bisogna segnalare che c’è un terzo competitor, oltre ai due maggiori partiti taiwanesi di cui abbiamo detto. Si tratta del Partito Popolare di Taiwan (TPP) che in campagna elettorale si è concentrato maggiormente su questioni interne.
L’importante partita elettorale del 2024, però, non inciderà soltanto sull’indirizzo politico degli abitanti dell’isola di Formosa, ma segnerà un nuovo perimetro di relazioni fra Cina e Stati Uniti, soprattutto dopo che, a novembre, anche gli americani esprimeranno la loro nuova presidenza.
Nel frattempo, ormai, con crescente regolarità, aerei e navi militari cinesi solcano i cieli e le acque intorno a Taiwan, tanto che il presidente Biden, da Washington, aveva detto che gli Stati Uniti avrebbero difeso Taiwan in caso di attacco militare cinese.
In attesa dei risultati elettorali può essere interessare riferirvi di quanto scrive Chris Buckley, il corrispondente del New York Times (Nyt) da Taipei, la capitale di Taiwan.
Secondo Buckley l’esito di queste votazioni svelerà l’orientamento definitivo per una delle controversie territoriali più difficili e instabili del mondo, ovvero il futuro di Taiwan.
I candidati presidenziali dei due principali partiti politici, il Partito Progressista Democratico e il Partito Nazionalista, hanno espresso vistose differenze nel modo in cui si propongono di continuare a trattare con Pechino.
Lai Ching-te (noto come William, all’inglese), 64 anni, il candidato del DPP, attuale vicepresidente del governo della presidente uscente Tsai Ing-wei, promette di tenere la Cina a debita distanza. Se vincesse lui, probabilmente la Cina aumenterebbe la pressione su Taiwan.
Taipei, una manifestazione di sostenitori del DPP – Fonte: Mike Kai Chen per il Nyt
Hou Yu-ih, 66 anni, il candidato del Kuomintang, afferma invece che ridurrà le tensioni con la Cina, espandendo i già numerosi accordi commerciali. Ex comandante della Polizia e attuale sindaco di Nuova Taipei, Hou Yu-ih ha palesemente accusato il DPP di mettere a rischio la stabilità e la sicurezza di Taiwan. E allora, ça va sans dire, le “simpatie” di Pechino sono a lui più favorevoli.
Taipei, una manifestazione di sostenitori del Kuomintang – Fonte: Lam Yik Fei per il Nyt
Il terzo candidato alla presidenza Ko Wen-je, 64 anni, del TPP, è un chirurgo, già sindaco in passato della città di Taipei. Si è concentrato, in particolare, su questioni fondamentali come l’edilizia e per quanto riguarda i rapporti con la Cina ha affermato, in maniera generale, che avrebbe adottato misure per migliorare le relazioni.
Buckley, il corrispondente del Nyt, ipotizza che Ko Wen-je, con il suo Partito popolare di Taiwan, potrebbe ottenere abbastanza seggi per svolgere un ruolo influente nella prossima legislatura, dato che per il DPP, questa volta, si prevede la perdita della maggioranza. In altre parole, nessun partito probabilmente otterrà più della metà dei seggi. Con le sue previsioni, infatti, Buckley parla di un risultato ristretto per il prossimo presidente di Taiwan, che dovrà fare i conti con una situazione in cui è molto probabile che gli ostacoli nell’attuazione delle politiche saranno maggiori.
Daniela BLU