Come oltre duemila anni fa il potere, ingordo, sprezzante ed assassino trema dalla paura e si scaglia su chi potere non ha
Erode è tornato. La strage degli innocenti è partita e continua. Come oltre duemila anni fa il potere, ingordo, sprezzante ed assassino trema dalla paura e si scaglia su chi potere non ha.
Erode è tornato. Ma in verità, Erode non è mai partito, non ha mai smesso di esistere e lo ha fatto in tutti questi secoli usando nuovi modi di agire e apparire.
Erode è tornato e vive oggi nelle circa 30 guerre sparse qua e là sulla nostra Terra; nello sfruttamento delle foreste e delle risorse; nell’inquinamento dei fiumi e dell’aria.
Erode è tornato e vive e agisce nelle miniere dove lavorano i bambini; nelle discariche dove cercano cibo e oggetti da scambiare, espropriarti del loro tempo e del diritto al sorriso.
Erode è tornato e non uccide più solo i bambini. Erode ha deciso di non fare preferenze, non sarebbe giusto. Erode uccide anche donne, uomini, anziani, malati e animali. Erode decide chi deve vivere e chi deve morire, quali i nemici da eliminare e gli amici da preservare.
Erode è tornato e manda a morire, in sua vece, giovani uomini e giovani donne del suo Paese, e avremo così nuovi orfani e nuove vedove, nuovi padri e madri a piangere figli a brandelli.
Erode è tornato ma vuole apparire anche buono e così autorizza corridoi umanitari. Quei corridoi che, in assenza di guerra, non sarebbero stati necessari. Erode è tornato e in quei corridoi vede fuggire nemici, non persone, fastidiosi essere di cui poi dover prendersi cura, pardon occuparsi (prendersi cura implica la presenza di emozioni umane!) e non storie interrotte, bagnate di lacrime, intrise di sangue innocente, di immensa paura.
Erode è tornato e chissà se nel suo mondo onnipotente, cinico e beffardo, i nuovi invalidi, zoppi, sciancati, ciechi, sordi (uso volutamente i termini più forti) da lui provocati non saranno i suoi nuovi atleti per le prossime Paralimpiadi.
Erode è tornato e come sempre sa essere naturalmente bugiardo e costruisce nemici e motivi, ideali e princìpi, dipingendosi sorrisi di ghiaccio così finti da sembrare di statua. Erode è tornato perché ha fatto suo il motto del “prima noi”, ora diventato anche “prima io”, che da anni vola imperterrito sui cieli d’Europa e corrode lentamente il sacro rispetto per l’altro.
Erode è tornato perché ha saputo far dire, ai patriottici pensatori di turno, che esistono guerre vere (quelle vicine all’ombelico dell’Europa) e guerre false (quelle di solito colorate dalla pelle più scura delle vittime) e quindi profughi veri e profughi falsi, vittime vere e vittime false.
Erode è tornato nelle gambe mozzate dei bambini siriani, nei bimbi spiaggiati sulle coste della Grecia, nei morti sepolti nell’acqua del mare del turismo e del lusso, perché quelle vittime non sono persone, ma problemi economici.
E si potrebbe continuare ma non serve. Ormai si sa. Erode è tornato, le stragi continuano e le lacrime e il sangue bagneranno anche il suolo e l’anima di tutti i popoli che questa guerra, come le altre, non la vogliono.
Erode è tornato ma contro di lui, ancora una volta ai cuori di pietra imbottiti di morte, può rispondere il cuore dei buoni, di quelli che le mani le tendono e non le mozzano, che gli sguardi li scambiano e non li spengono, che il pianto comprendono e le lacrime asciugano. Di quelli per cui la parola “prima” non si accompagna a noi o a me ma si accompagna alla pace. Prima la pace!
Erode è tornato e speriamo che questa sia l’ultima volta.
Ma non per merito suo.
Giuseppe Fabiano