“Con la sua precoce dipartita sento di avere perduto un vero amico”. Egli rimarrà un esempio di alta professionalità ed etica cui le nuove generazioni dovranno ispirarsi
È mancato a 84 anni, il 13 luglio scorso, spegnendosi lentamente e lasciando un profondo dolore oltre che un vuoto incolmabile nella moglie, la signora Palma, nella figlia Laura, nei familiari e in tutti noi amici che lo abbiamo tanto apprezzato nella sua lunga vita accademica, il prof. Pietro De Leo, docente di Storia Medievale per oltre 40 anni all’Università della Calabria, era molto stimato a livello nazionale ed internazionale per le sue ricerche sulla storia del Medioevo con particolare riguardo alle vicende della nostra Calabria.
La sua è stata una vita dedita allo studio e alla ricerca, in cui il patrimonio dei giovani talenti calabresi facenti parte della sua prestigiosa Scuola è sempre stato valorizzato al massimo.
Egli non ha mai dimostrato gelosia o pregiudizi verso altri miei amici storici come Gerardo Nicola Marchese e Salvatore Mongiardo, i quali erano autodidatti e non provenivano dal mondo accademico; al contrario, li apprezzava ed incoraggiava a proseguire nelle loro ricerche.
É stato autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e di numerosi volumi pubblicati da case editrici nazionali, di molti documentari televisivi e mostre sulla Calabria Medievale, sui segni del sacro in Calabria, sul Giubileo dell’anno 2000 e sui sentieri della contemplazione, dalla Grande Chartreuse alle Serre di Calabria.
De Leo considerava la nostra Regione come un balcone sul Mediterraneo. Era stato anche insignito della Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica ai benemeriti della Cultura e dell’Arte. Nei suoi studi ha rivolto particolare attenzione alla ricerca delle fonti. Ha scoperto testi inediti di Gioacchino da Fiore e i suoi interessi spaziavano dalla storia religiosa (certosini, cistercensi, florensi), alla storia politico-sociale ed economica specie delle minoranze come quelle Arbëreshë. Il prof. De Leo ha promosso il restauro della Certosa di Serra San Bruno ed ha contribuito alla riapertura di Santa Maria della Consolazione in Altomonte, di cui divenne cittadino onorario.
Fonte: Calabria.Live
Ha ricoperto l’incarico di Vicepresidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del nono Centenario dalla morte di San Bruno di Colonia. È stato Presidente dell’istituto Internazionale di Epistemologia “la Magna Graecia”, coordinatore del Comitato Scientifico dell’Istituto Cassiodoro di Squillace. È stato esperto della Regione Calabria per il Giubileo del 2000. Accanto al ruolo accademico De Leo è stato anche consulente della Regione Calabria quando io sono stato Presidente (1995-1998), compito che ha svolto con grande competenza professionale e generosità, mettendo a disposizione della politica la sua immensa cultura e preparazione scientifica.
Assieme sognavamo di valorizzare in Calabria una rete mirabile di beni storici e culturali. Così, col suo parere favorevole, abbiamo assegnato ingenti risorse per la ristrutturazione della Certosa di Serra San Bruno e della sua biblioteca di inestimabile valore, della Cattedrale di Lungro, per riportare alla luce la sinagoga di Bova lungo la statale jonica, come pure per valorizzare il Parco e l’anfiteatro Roccelletta di Borgia. Sono ancora oggi molto fiero di avere scelto il professor De Leo, quando ero Presidente della Regione, come mio Alto Consulente e lo nominai Presidente della Commissione Cultura (beni archeologici, storici ed artistici).
Ricordo ancora che il Ministro Costa lo pregò più volte di aiutarlo a preparare i progetti del Giubileo anche per la Regione Veneto, sua regione.
Fu quello un periodo aureo per la nostra Regione quando con il mio Assessore al Turismo Michele Traversa abbiamo attuato il progetto “Calabria, Mediterraneo da scoprire”, come pure abbiamo attivato in collaborazione con il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il “Treno dei Bronzi di Riace”, che da Milano ogni estate riportava gratuitamente in Calabria i nostri cittadini calabresi residenti nelle Regioni del Nord.
Con il professore De Leo abbiamo condiviso i nostri sogni ed abbiamo varato un progetto di grande valenza storica, archeologica e culturale che prevedeva la ristrutturazione degli anfiteatri della Magna Graecia e del periodo romano. Inoltre, non posso non ricordare che grazie al professor De Leo e alle eccellenze, collega Edoardo Mollica dell’Università di Reggio Calabria abbiamo realizzato gli scavi della Sinagoga di Bova che risalente al IV secolo documenta come i rapporti fra Calabresi ed Ebrei furono sempre molto profondi ed autentici. Infine, con loro utilizzando fondi regionali abbiamo attivato presso il Castello Ruffo di Calabria di Scilla un Centro regionale per gli studi e le ricerche sul recupero dei borghi medievali di cui la Calabria è una vera e propria miniera.
Pietro mi è stato sempre vicino quando avevo ospiti di onore in Calabria come vari premi Nobel. Ricordo, a tal riguardo che, quando abbiamo conferito a Sir John Eccles, premio Nobel per la sua scoperta delle sinapsi e cioè delle giunzioni che collegano i neuroni nel Sistema Nervoso Centrale e Periferico, l’Alkameon International Prize, Pietro ci accompagnò con John Eccles e la moglie lady Helena in una escursione sulle montagne della Sila.
Non posso altresì dimenticare che, quando è stato mio ospite in Calabria, l’altro mio amico premio Nobel Sir John Vane, colui che ha scoperto il meccanismo d’azione dell’aspirina, Sir John nella sua visita a Stilo, dove è stato insignito del Pythagora’s International Prize (1998) rimase molto colpito dagli studi di Tommaso Campanella sulle erbe tradizionali medicinali. In quell’occasione, ricordo con piacere che gli ho fatto conoscere il professor De Leo con il quale per ore si è soffermato a discutere sui principi attivi di molte piante medicinali che De Leo aveva descritto come “miracolose” quando usate da Francesco di Paola. Pietro De Leo, infatti, in seguito ha pubblicato un prezioso volume denominato “le erbe del Santo” nell’orto di Francesco di Paola (Rubbettino 2004).
Sono, inoltre, orgoglioso di essere stato co-autore con il prof. De Leo del libro dal titolo: “Itinerari bizantini e normanni nell’area delle serre in Calabria”, che è stato il primo prodotto d’un ampio progetto dell’Associazione culturale Ruggero I il Normanno, Gran Conte delle Serre di Calabria di cui il Comune capofila è stato Torre di Ruggero e alla quale hanno partecipato tutti i comuni dell’area delle serre estesa ai comuni della Costa Jonica e di quella Tirrenica.
Con questo progetto, si è inteso valorizzare e tutelare le risorse naturali e il patrimonio storico, ridisegnando i sentieri e i percorsi attivi durante le dominazioni bizantina e normanno-sveva attraverso le vie dei Monasteri presenti in tale area come itinerari turistici di grande rilievo storico e culturale.
Devo confessare ancora che mi ha molto impressionato la profonda conoscenza del professor De Leo sulla storia di Federico II e ancora le sue ricerche scientifiche con le tecnologie diagnostiche più sofisticate (Tac, NMR) sui resti di Enrico VII conservati nel Duomo di Cosenza con cui ha dimostrato che il figlio di Federico II di Svevia e di Costanza d’Aragone era stato affetto in vita da tubercolosi ossea.
Chiudo il suo ricordo con un velo di mestizia perché con la sua precoce dipartita sento di avere perduto un vero amico! Mi mancheranno le nostre telefonate e lo scambio sincero delle nostre idee ed opinioni. Sono contento di averlo citato per le sue straordinarie doti nel mio libro: “Da un piccolo villaggio della Calabria alla scoperta del mondo”.
La sua prematura scomparsa ha creato un’ondata di grande commozione in tutte le province della Calabria ed anche nel nostro Paese e a livello europeo. Egli rimarrà un esempio di alta professionalità ed etica cui le nuove generazioni dovranno ispirarsi.
Prof. Giuseppe Nisticò