“Fate le brigate di cittadinanza”, così Grillo al corteo dei 5S. E D’amato si dimette
Sta facendo discutere molto il corte del movimento 5 Stelle tenutosi ieri a Roma in Piazza del Popolo. Indetta per ribadire la lotta alla precarietà, battaglia storica dei pentastellati, la manifestazione ha visto unirsi la quasi totalità dello schieramento di sinistra. Ad essa hanno infatti partecipato anche il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ma soprattutto la tanto discussa Elly Schlein, nuova (ormai non tanto) segretaria del Partito Democratico.
Doveva essere un tranquillo corteo a difesa dei lavoratori e un’occasione per insistere sull’importanza del reddito di cittadinanza ma si è trasformato in un vespaio. Tutto è passato in secondo piano a causa del solito Beppe Grillo, che come spesso gli capita, ne ha sparata una delle sue.
Dopo le solite arringhe in favore dei lavoratori precari, della necessità di un reddito universale e sul fallimento della sanità pubblica, ha invitato i “dormienti” del M5S dal palco della manifestazione a fare le brigate di cittadinanza, mettere il passamontagna e di notte, senza farsi vedere, a fare i lavoretti e sistemare i marciapiedi. “Reagite!”.
Fonte: TAG24
Le parole del fondatore del Movimento hanno destato scalpore all’interno di tutti i partiti, tanto nell’opposizione quanto nella maggioranza. Se, dunque, era lecito aspettarsi lo sdegno delle forze al governo, espresso dal ministro della difesa Guido Crosetto e Molinari (Lega), stavolta Grillo ha spaccato anche il Partito Democratico. Da quest’ultimo, infatti, si sono levate varie voci di dissenso verso le dure affermazione di Grillo, che hanno addirittura spinto Alessio D’Amato a rassegnare le proprie dimissioni dall’Assemblea Nazionale del PD.
A seguito dell’esito del corteo di ieri del Movimento, è lecito chiedersi come quest’ultimo possa ancora dipendere da un personaggio come Beppe Grillo, che sicuramente non attira le simpatie del leader Giuseppe Conte e di molti esponenti del partito. Anche se Conte ha provato a sminuire le sue dichiarazioni accusando giornali e forze politiche di averle strumentalizzate, è facile immaginare che anche il presidente del M5S sia rimasto irritato per le uscite di Grillo.
Ma la vera riflessione da fare è sul Partito Democratico e riguarda la questione, sollevata da alcuni suoi esponenti, dell’opportunità politica di partecipare alla manifestazione indetta dal Movimento 5 Stelle. Quello che viene da domandarsi è: cosa vuole diventare il partito a guida Elly Schlein? In che direzione vuole andare?
L’impressione è che la volontà della segretaria sia quello di un progressivo avvicinamento sulle posizioni radicali dei 5 Stelle per la costruzione del famigerato campo largo, ma la paura (ben fondata) è che molti membri non la seguirebbero.
Il risultato finale è però una tana libera tutti che dà sfogo alle idee di ognuno e non fa altro che aumentare i dubbi e dissipare le certezze sul secondo partito più votato in Italia. E il vero danno di tale ambiguità sarebbe se, oltre a perdere i membri, il PD iniziasse a perdere pure iscritti e voti che gli hanno permesso di governare per molti anni.
Giulio Picchia